“Complessivamente buona” sembra essere la potabilità dell’acqua in Valnerina, zona colpita dal recente terremoto. Secondo i controlli di Valle umbra servizi, Usl e Arpa, non ci sono infiltrazioni o problemi per la salubrità dell’acqua in gran parte del territorio. La Vus ha inoltre corretto con la clorazione alcune analisi in precedenza non conformi. Un problema comprensibile vista la situazione di emergenza e il susseguirsi delle scosse. In alcuni casi, spiega la Vus, è necessario la bollitura dell’acqua prima dell’utilizzo ai fini potabili. Le zone più a rischio sono Preci, Cascia, Cerasola, Poggio primo caso, Atri, Collegiacone; Norcia, zona industriale, Piediripa, Forsivo, Legogne, Agriano, Quarantotto, Ancarano, Pie del Colle, Capo del Colle, Piè la Rocca e S. Angelo e Castelluccio.
La potabilità dell’acqua in Valnerina è un nodo cruciale per i tanti allevatori ittici. Uno dei fiori all’occhiello della zona è l’allevamento delle trote. «Produciamo sei milioni di esemplari l’anno, siamo tra le aziende più grandi, ai danni del terremoto rischiamo di aggiungerne altri, più gravi addirittura, se non rispetteranno l’eco-sistema del fiume Nera» spiega l’allevatore Pietro Tranquilli all’Ansa «per coltivare questo tipo di animali l’acqua deve essere pura, se si intorbidisce le trote stentano. Siamo preoccupati, molto». Per allevare le trote, infatti, è necessaria la pulizia delle vasche. I lavori sulle frane potrebbero intorbidire i flutti e creare gravi danni ai pesci e all’economia. L’urgenza quindi, è quella di salvaguardare un business milionario, di vitale importanza per le aeree terremotate.