Sei mesi fa la terra cominciava a tremare nel Centro Italia. Il 24 Agosto alle 3:36 la prima scossa di terremoto, magnitudo 6.0 con epicentro nella Valle del Tronto tra Accumuli e Arquata. La seconda sempre quella notte, d magnitudo 5.4 con epicentro a Norcia, in Umbria. Oggi la sensazione è che la burocrazia stia frenando il processo di messa in regola e ricostruzione degli edifici. È quello che temono anche i sindaci dei comuni colpiti, che denunciano gravi ritardi. Chiedono sgravi fiscali e finanziamenti per far ripartire l’economia locale.
Lo hanno ribadito anche nella riunione di due giorni fa con il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. Proprio in questa occasione è arrivato lo sfogo dello stesso commissario. «Non è possibile che ci siano tempi così lunghi per le stalle» ha detto l’ex presidente della regione Emilia Romagna. In un’intervista al Corriere, il commissario si è subito affrettato a dire che l’uscita non voleva essere una critica al governo ma uno sprono a snellire la macchina burocratica. Il nuovo decreto legge mira a snellire le procedure, ma la strada è ancora lunga. Delle tremila unità abitative richieste, sono state ordinate solo quattrocento. Consegnate diciotto. Tutte nella frazione di san pellegrino di Norcia, dove è attesa la visita del premier paolo Gentiloni. Prima di recarsi in Umbria però, il presidente del consiglio ha presieduto un vertice a tre con Errani e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio.
Nel frattempo in mattinata Coldiretti ha pubblicato un’indagine allarmante sullo stato del settore agroalimentare nella regione Marche. L’associazione degli agricoltori denucia un calo del 90% delle vendite. Gli allevatori rimasti che per sopravvivere sono costretti a cercare canali alternativi in cui vendere formaggi, latte, salumi.