Una strage di bambini e di adulti. Una lunga lista di nomi ancora in aggiornamento quella delle vittime della scuola Enrique Rebsamen, nel quartiere di Villacoapa, zona sud di Città del Messico. Il terremoto che ha colpito il paese alle 13:30 (ora locale) del 19 settembre ha causato il crollo delle due palazzine bianche dell’edificio e la morte di almeno 26 alunni. Tra questi alcuni frequentavano la scuola elementare, come José Eduardo, Fabiola e Daniela, altri invece erano già alla fine delle medie come Joshua e Fernanda. Non solo, anche due maestre sarebbero state fra le prime ad esser trovate senza vita.
All’ora del terremoto la scuola era piena. Mancava infatti pochissimo alla campanella di uscita e molti genitori erano già fuori ad aspettare i figli. “Siamo arrivati a scuola e tutti stavano piangendo. Nella frenesia, c’erano bambini che si tenevano ad una corda” racconta a AFP News Jorge Lopez, un genitore che ha raggiunto la scuola qualche istante dopo la scossa trovando fortunatamente i suoi figli di sei e tre anni miracolosamente illesi.
Subito dopo il sisma è partita la macchina dei soccorsi, con la speranza di trovare corpi ancora in vita. Come Fatima, che a tarda sera aveva ancora la tenacia di scrivere su Whatsapp da sotto le macerie, implorando aiuto. Negli stessi istanti i genitori di Alexis, un bambino di 8 anni che si trovava all’istituto al momento del terremoto, hanno fatto appelli su Twitter per avere notizie sulle condizioni del figlio. Anche il presidente Enrique Pena Nieto ha visitato la scuola nella serata di ieri, riportando che – come poi sottolineato da Financiero TV – 30 bambini e 8 adulti risulterebbero ancora dispersi.