ROMA – Sale a 95 morti e 130 feriti il bilancio momentaneo del terremoto che ha colpito il Tibet. La scossa si è verificata alle 9.05 locali nella contea di Dingri, a Xigaze. Il sisma, con una magnitudo di 6,8 gradi della Scala Richter, ha avuto il suo epicentro a 10 chilometri di profondità. Per la sua entità è stato avvertito anche a Kathmandu in Nepal e nel Bihar, stato settentrionale dell’India. Stando alle prime informazioni che arrivano dalla regione, una delle più remote e inaccessibili al mondo, sono circa un migliaio le abitazioni danneggiate.
Il racconto del superstite
Le autorità locali riferiscono che nel raggio di 20 chilometri dall’epicentro sono decine i piccoli centri abitati interessati dal fenomeno naturale. Il paesaggio, fino ai giorni scorsi tra i più incontaminati, ora è disseminato di case distrutte, muri divelti e soccorritori che camminano tra le macerie cercando i superstiti. Sangji Dangzhi, proprietario di un supermercato nella contea fortemente danneggiato, ha descritto una situazione drammatica. “Qui le case sono fatte di terra”, ha raccontato il 34enne all’agenzia di stampa Agence France-Presse, “quindi quando è arrivato il terremoto molte sono crollate”.
La preghiera del Dalai Lama
Il Dalai Lama, leader spirituale del Tibet, terra da decenni sotto tutela della Cina, si è detto “profondamente rattristato”. “Offro le mie preghiere”, ha dichiarato Tenzin Gyatso, da anni in esilio, “per coloro che hanno perso la vita ed estendo i miei auguri per una rapida guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti”. Anche l’Unione buddhista italiana esprime “il proprio dolore per le vittime e la vicinanza alle popolazioni colpite”. “Il nostro pensiero e le nostre preghiere”, ha commentato il presidente dell’Unione Filippo Scianna, “vanno verso la popolazione e tutte le famiglie che soffrono per questa devastante calamità e verso tutti coloro che, con compassione, si impegnano per portare soccorso, aiuti e solidarietà”.