Cinque morti e un milioni di sfollati. È questo il bilancio del terremoto di magnitudo 8,4 che ieri notte ha colpito il Cile. Secondo il sottosegretario agli Interni, Mahmud Aleuy, si tratta del sesto fenomeno sismico più violento nella storia del Paese. Tra le vittime ci sarebbero una donna di 35 anni, schiacciata dal crollo di un muro, una giovane di 20 anni, e tre uomini colpito da infarto.
L’epicentro è stato localizzato nella città di Coquimbo, a circa 400 km dalla capitale Santiago ma le scosse sono state talmente forti che hanno raggiunto molte altre zone, provocando il panico tra la gente che, in massa, si è riversata in strada correndo in ogni direzione. Proprio a Santiago diversi edifici hanno tremato e la Ciudad universitaria, a nord della città, è stata evacuata completamente. Il terremoto è stato avvertito anche in diverse regioni dell’Argentina: nella città di Mendoza, non lontana dalla cordigliera delle Ande, è stato chiuso l’aeroporto mentre a Buenos Aires sono stati evacuati tutti gli edifici pubblici.
È scattata anche l’allerta tsunami. Tutta colpa delle onde alte almeno quattro metri che da ore minacciano le coste del Cile. Un milione di persone sono state costrette a lasciare le proprie case per evitare il rischio che venissero inghiottite dal mare. Ma non solo. L’allerta è stata estesa anche al Perù, le Hawai e le coste della California.
Gli Stati Uniti si sono detti pronti a fornire al Cile «il supporto necessario». Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, John Kirby, che via Twitter, ha espresso solidarietà e vicinanza ai cileni.
Maria Lucia Panucci