ROMA – Crescono in Italia i reati compiuti nei confronti dei minori e, nella maggior parte dei casi, le vittime sono bambine e ragazze, sempre più oggetto di crimini sessuali e di cyberbullismo.
A scattare la drammatica fotografia è il dossier Indifesa – “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo 2024” – della fondazione Terre des Hommes, presentanti alla vigilia della Giornata internazionale delle bambine prevista per l’11 ottobre.
Dal dossier emerge che il 76% delle ragazze dai 14 ai 26 anni ha difficoltà ad accettare e star bene con il proprio corpo, una problematica che compromette seriamente la loro salute mentale, quasi al pari della percezione di vivere in ambiente pericoloso. A percepire forti rischi, infatti, sono ben 9 giovani su 10.
Un fenomeno, quello della violenze su ragazze e bambine, che si colloca nel più ampio fenomeno dei reati ai danni dei minori che, solo nel 2023, in Italia ha registrato 6.952 casi, in media 19 al giorno. Negli ultimi 10 anni la commissione di questa tipologia di reati è aumentata del 34% e dell’89% dal 2006. I reati a registrare l’aumento più considerevole sono i maltrattamenti in famiglia: ben 2.843 casi con una crescita del 6% rispetto al 2022 e un quasi raddoppio rispetto al 2013. Nel 61% dei casi le vittime sono ragazze e bambine. A spingere questa percentuale soprattutto i crimini sessuali, a partire dalla violenza sessuale e dalla violenza sessuale aggravata, che registrano rispettivamente l’89% e l’85% delle vittime femminili. Anche il 79% delle vittime dei reati sessuali contro i minori è di sesso femminile.
Terre des Hommes: “L’immagine della famiglia come nido sicuro ha più di una crepa”
I dati, secondo il direttore generale di Terre des Hommes, Paolo Ferrara, danno due indicazioni: “In primo luogo l’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa e chiama in causa tutti i nostri sforzi affinché i genitori non debbano affrontare in solitudine una fragilità che appare sempre più evidente. In secondo luogo, la violenza, soprattutto quella fisica, continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze e questo costringe tutti noi a non mollare la presa su una battaglia culturale, per superare la struttura patriarcale e creare una società più inclusiva fondata sul rispetto dell’altro”.
La questione, ancora, una volta è dunque culturale e induce a una riflessione sui modelli sociali fin qui costruiti e adottati.