Ostenta tranquillità, alla festa di Articolo 1, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tra un sorso di birra e un salto agli stand dei ristoranti, il premier rassicura dal palco il popolo della sinistra. “In un paio d’anni il Paese sarà riformato”, dice, mentre all’interno della stessa maggioranza piovono bordate sul suo governo. La scissione dei Dem e la formazione di un nuovo soggetto politico da parte di Renzi ha scosso gli animi nell’esecutivo e non solo, generando diverse reazioni. “Io mi fido del Pd perché è una forza che responsabilmente ha deciso di sostenere questa esperienza del governo”, ha risposto il premier dal palco di Articolo 1, provando a spegnere la polemica.
Si lancia invece all’attacco Alessandro Di Battista. L’attivista dei 5 stelle affida a un post di Facebook le sue perplessità sull’alleanza con i dem. “Non vi fidate”, scrive in maiuscolo, ammonendo e ricordando come per lui il Pd sia “il partito del sistema per eccellenza, quindi il più pericoloso”. E su Conte, che aveva dichiarato che con la sua mossa Renzi volesse soltanto “potere e nomine” ironizza: “Buongiorno, presidente”.
Più conciliante invece Luigi Di Maio che, in un post apparso sul Blog delle Stelle risponde, pur senza nominarlo a Di Battista: “Qualcuno dice di non fidarci del Pd – scrive il ministro degli Esteri -. Io dico a tutti: la fiducia si dimostra. E in questo caso alla prova dei voti in Parlamento. E la prima prova di questo Governo è il taglio dei parlamentari. Va fatto nelle prime due settimane di ottobre”.
Parla anche Romano Prodi, secondo cui non è in bilico la tenuta della maggioranza. In una intervista, pubblicata questa mattina su Repubblica, il padre dell’Ulivo ha però ironizzato su Italia Viva paragonando il nuovo partito di Matteo Renzi a uno yogurt. “Entrambi hanno una scadenza ravvicinata”, ha affermato.
Intanto Renzi ha incassato l’ok del Psi per la formazione di un nuovo gruppo al Senato, dopo aver raggiunto lo stesso risultato alla Camera grazie all’adesione di 26 deputati. Uno dei prossimi passi adesso sarà la distribuzione dei parlamentari di Italia Viva nelle commissioni, in particolari quelle di Bilancio e Affari costituzionali, decisive per la manovra finanziaria e la nuova legge elettorale. Insomma, se Renzi volesse far vacillare la maggioranza le occasioni non mancano di certo.