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HomePolitica Tensioni nel Pd per il voto sul riarmo. Il partito si spacca

Riarmo europeo
Pd diviso, Bonaccini rompe
"Un partito non può astenersi"

Possibile congresso straordinario

Zanda: "Il Pd rischia l'isolamento"

di Alessio Garzina13 Marzo 2025
13 Marzo 2025

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein | Foto Ansa

Il voto dell’Europarlamento sul riarmo ha acceso nuove tensioni all’interno del Partito Democratico. La segretaria Elly Schlein ha chiesto agli eurodeputati dem di astenersi, ma la delegazione si è spaccata: 11 hanno seguito la sua indicazione, mentre 10 hanno votato a favore del piano della presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Tra questi ultimi anche il presidente del partito Stefano Bonaccini, che ha così sancito la fine della tregua con la leader.

La spaccatura non si è limitata a Strasburgo. In Italia diversi esponenti del Pd hanno chiesto un confronto sulla politica estera del partito. Piero Fassino ha sottolineato che “il posizionamento internazionale definisce identità, profilo e credibilità di un partito”. Lia Quartapelle ha aggiunto: “Un partito non può astenersi, deve dire con chi sta e dove vuole andare”.

Dario Nardella, che ha scelto l’astensione, ha motivato così la sua decisione: “L’ho fatto per disciplina di partito e per scongiurare una spaccatura dalle ricadute imprevedibili. Spero che questa divisione le offra un elemento di riflessione”, l’appello a Schlein.

Sul voto di Strasburgo è intervenuto anche il capogruppo al Senato Francesco Boccia: “Mi auguro che le posizioni espresse nel nostro gruppo siano dovute a una valutazione del merito e non a logiche interne. Sarebbe un grave errore politico”. E sul dibattito interno aggiunge: “Ora serve un chiarimento politico”.

Schlein, però, ha difeso la sua scelta: “Quel piano agevola il riarmo nazionale, ma non contribuisce alla difesa comune. Va cambiato”. Il responsabile Esteri dem, Peppe Provenzano, ha ribadito che “la strada della difesa comune non passa dai riarmi nazionali”.

Non sono mancate critiche interne. L’eurodeputata Pina Picierno ha accusato i vertici del partito di aver gestito male la discussione. “L’atteggiamento di chiusura del gruppo dirigente porta solo a divisioni”, spiega. Romano Prodi ha invece definito il piano Ue “un primo passo” e ha lasciato intendere che l’astensione del Pd sia stata un’occasione persa.

Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, ha difeso la segretaria: “Schlein ha portato avanti una linea coerente con la sua storia di europeista e federalista. Favorevole alla difesa comune, contraria all’inutile corsa al riarmo. I fatti confermeranno quanto sia sbagliata l’economia di guerra”. L’europarlamentare Pd Matteo Ricci ha escluso l’ipotesi di un congresso, sottolineando che “c’è una segretaria in carica che va aiutata” e che il partito deve trovare “in maniera unitaria e plurale” la direzione giusta.

Intanto, il presidente del M5s Giuseppe Conte ha attaccato duramente la posizione del Pd: “L’astensione è la cosa più incomprensibile. Von der Leyen spreca 800 miliardi in armi e il Pd sceglie di non pronunciarsi. Non sono d’accordo neanche con Prodi: è un primo passo, ma nella direzione sbagliata”.

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