PARIGI – C’è grande fermento e agitazione intorno alla partita di Nations League tra Francia e Israele, prevista nella capitale francese allo Stade de France giovedì alle 20.45. I motivi però non riguardano questioni di campo. Dopo gli attacchi ai danni dei tifosi del Maccabi Tel Aviv avvenuti giovedì scorso ad Amsterdam, le autorità israeliane hanno consigliato ai propri cittadini di disertare lo stadio. Il Primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu ha definito gli assalti “antisemiti”, così come il suo omologo olandese Dick Schoof.
A questo si sommano le misure di sicurezza straordinarie: verranno infatti schierati 4000 agenti, con il numero di spettatori previsti che dovrebbe attestarsi intorno ai 20 mila (in uno stadio con una capienza da 80 mila posti), complice anche il fatto che non si tratti di un match di cartello. Il rapporto tra poliziotti e spettatori è dunque di 1 a 5.
Tra le ipotesi ventilate in Francia c’è stata anche quella di disputare la gara fuori Parigi, poi il governo ha deciso di non volersi piegare all’antisemitismo e di non modificare i piani per la partita. Tra i pochi spettatori che saranno presenti allo stadio figurano il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il primo ministro Michel Barnier e l’ex presidente Nicolas Sarkozy. In particolare Macron sarà in tribuna “per inviare un messaggio di fraternità”.
Un’ulteriore tema extra campo tiene banco in queste ore, quello che riguarda l’esclusione di Kylian Mbappé dai convocati della selezione transalpina “perché meglio così”, secondo il c.t. Didier Deschamps. L’opinionista di Radio J, emittente della comunità ebraica, Frank Tapiro sottolinea che “c’è qualcosa di strano in questa storia. […] Spero per lui che non sia per ragioni politiche”.