La Russia risponde alla Germania. Da Mosca infatti annunciano l’espulsione di due diplomatici tedeschi, che ora dovranno lasciare il paese entro una settimana. Una decisione che era nell’aria, dopo che Berlino – sette giorni fa – aveva cacciato due diplomatici russi, accusando Mosca di non collaborare nelle indagini sull’omicidio di un ex combattente ribelle ceceno, Zelimkhan Khangoshvili, in un parco della capitale tedesca il 23 agosto scorso. Dietro questo crimine gli inquirenti tedeschi sospettano che ci sia il governo russo.
“Una misura obbligata”, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “Crediamo che la decisione presa da Berlino sia assolutamente infondata ed è per questo che è stata presa una misura di ritorsione. Ci aspettiamo e speriamo – ha aggiunto – che l’espulsione dalla Russia dei due diplomatici non diventi un fattore di ostacolo per coltivare ulteriormente ed espandere il nostro dialogo, piuttosto costruttivo, con la Germania”.
Peskov ha poi accusato l’Unione Europea di dare asilo a molti terroristi: “È un dato di fatto che molti complici di attacchi terroristici e omicidi durante i sanguinosi eventi nel Caucaso sono ancora nascosti. Molti di loro si trovano in paesi europei. Ottengono permessi di residenza o la cittadinanza e sono liberi di camminare per le strade in pieno giorno tra la gente comune”.
Da parte della Germania, ieri il portavoce tedesco del ministero della Giustizia aveva smentito le affermazioni del presidente russo Vladimir Putin, che due giorni prima aveva dichiarato davanti alla stampa che la Russia da anni aveva fatto domanda di estradizione per Zelimkhan Khangoshvili: “Il governo tedesco non è al corrente di alcuna richiesta di estradizione”. La vittima aveva cambiato nome in Tornike K. e aveva inoltrato una domanda d’asilo, poi respinta dalle autorità. Il procedimento tuttavia non si era ancora concluso.