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Boom di presenze agli Internazionali d’Italia, Roma si riscopre la Mecca del tennis

di Valerio Dardanelli16 Maggio 2014
16 Maggio 2014

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All’ombra dei pini secolari, la fila per entrare è lunga fin dalla prima mattina. I ritardatari affollano la biglietteria alla ricerca di un pass per il paradiso. Non mancano neppure i bagarini che approcciano i passanti nel parcheggio antistante l’ingresso principale. Siamo agli Internazionali d’Italia, eleganti e caotici al tempo stesso.

Anche quest’anno il torneo è stato un successo. Si è registrato il tutto esaurito già dalle prime sessioni. D’altro canto in prevendita erano stati venduti il 20% di biglietti in più rispetto alla scorsa edizione, dato che aveva fatto sorridere gli organizzatori fin dalla vigilia. Impossibile scorgere un posto libero sul Centrale o sul campo Pietrangeli dove Flavia Pennetta, con il suo tennis solido e fantasioso, ha entusiasmato gli appassionati giunti da tutto il mondo. Cosmopolita è l’aggettivo giusto per gli Internazionali, ancora una volta meta di un colorato e festante pellegrinaggio che ha attratto a Roma persone da tutto il mondo. I volti degli spettatori sono i più diversi: uomini, donne, bambini, famiglie. Anche le loro storie sono le più disparate: c’è chi è arrivato dall’America per seguire John Isner, uscito al primo turno, chi è venuto dall’Australia ma, tra gli stranieri, i più numerosi sono gli orientali, tutti al seguito della loro beniamina, la tennista Li Na che in Cina è diventata una star da quando ha vinto il Roland Garros nel 2011.

Il Foro è un vero e proprio caleidoscopio sociale: i ricchi se ne stanno rintanati nei palchetti in prima fila, pasteggiano a tartine e Moet et Chandon in terrazzini affacciati sul Centrale e partecipano alle scatenate feste serali nell’area vip. Tutti gli altri si spostano da uno stadio all’altro, attrezzandosi come possono per non soffrire il mal di schiena che affiora inevitabile dopo qualche ora passata sulle scomodissime gradinate di pietra dei campi laterali.

Mangiare al Foro Italico si conferma un grande problema. E non per le papille gustative, quanto per il portafogli: un trancio di pizza che non sazierebbe un neonato costa 5 euro, un panino con la porchetta arriva a 6 euro. I gelati, da diversi anni, non subiscono ritocchi: per un cono bisogna sborsare ben 3 euro. Eppure la fila negli stand gastronomici è biblica e prima di essere serviti passano almeno dieci minuti. D’altronde gli spettatori non hanno alternativa: se si esce dall’impianto, non si può più rientrare con lo stesso biglietto e così andare a rifocillarsi fuori dal perimetro del club risulta impossibile.

Gli Internazionali assomigliano molto a un festival del giornalismo. Gli operatori della comunicazione, perennemente di corsa, affollano ogni angolo, buttando un occhio su una partita e uno sull’altra per non perdere neanche un punto. Rtl e Supertennis offrono continui collegamenti dal vivo e con le loro vistose postazioni segnalano anche ai più disattenti che, oltre alla battaglia agonistica sul campo da tennis, se ne svolge un’altra parallela al di fuori del rettangolo rosso.

I tennisti sono tra la gente. Si allenano a due passi dagli appassionati, camminano per i viali del circolo firmando autografi, a volte fanno una corsetta per tenersi in forma, come nel caso di Tsonga, seguito da un nugolo di bambini che hanno retto il suo passo per diversi minuti. Gli dei della racchetta muovono un giro milionario ma, nonostante i flash dei fotografi e le attenzioni dei media, si concedono sempre al caloroso abbraccio della gente comune, che li ama e paga il biglietto non solo per vederli giocare ma anche per incontrarli. Anche questo contribuisce a fare del tennis uno sport tanto seguito e del Foro Italico uno dei posti più belli al mondo per goderne appieno l’immenso fascino.

Valerio Dardanelli

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