Roger Federer, 30 e lode. Agli Australian Open il fuoriclasse svizzero batte in semifinale il coreano Hyeon Chung e si qualifica per la sua trentesima finale in un torneo del Grande Slam. Sfortunato il suo giovane avversario, costretto al ritiro per il dolore dovuto ad alcune vesciche sotto il piede sinistro. Quando però il punteggio era già sbilanciato a favore di “Re Roger”: 6-1 5-2 il parziale a favore del campione di Basilea. Domenica la finale, la settima per lui a Melbourne: Federer dovrà difendere contro il croato Marin Cilic il titolo conquistato lo scorso anno.
Poco prima di ritirarsi, Chung aveva richiesto l’intervento del fisioterapista, che evidentemente non è però riuscito a metterlo in condizione di continuare l’incontro. “So quanto possono essere dolorose le vesciche”, ha dichiarato a fine match Federer. “Mi dispiace per Chung. La gioia di aver raggiunto la finale ha un sapore dolce-amaro: sono felice, ma avrei preferito non arrivarci così”. Lo svizzero ha inoltre espresso parole di elogio per il suo avversario, classe 1996, autentica rivelazione del torneo: “Non è da tutti eliminare Djokovic, anche se non al massimo della forma, nel corso di un torneo del Grande Slam”.
Ma il coreano avrà tutto il tempo per rifarsi, in futuro. Tempo che invece si assottiglia sempre più per Federer, che ad agosto compirà 37 anni. Ma a giudicare dai suoi risultati negli ultimi due anni, per lo svizzero l’orologio sembra essersi fermato. Frutto – come anch’egli ha spesso dichiarato – di allenamenti personalizzati e soprattutto scelte ponderate sulla partecipazione ai vari tornei. Accorgimenti che, dopo qualche anno di crisi, gli hanno permesso di allungare la sua strepitosa carriera: 145 finali raggiunte, 95 trofei. Tra i tornei del Grande Slam, finora 19 titoli. Con l’obiettivo di fare cifra tonda proprio domenica prossima.