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Telefonata Xi-Trump
Dialogo unica soluzione
per la penisola coreana

Pechino chiede più apertura dei mercati

Vertice a Vancouver senza Russia e Cina

di Marco Assab16 Gennaio 2018
16 Gennaio 2018

FILE - In this Nov. 9, 2017, file photo, U.S. President Donald Trump, right, chats with Chinese President Xi Jinping during a welcome ceremony at the Great Hall of the People in Beijing. Following Trump's visit to Beijing, China says it's sending a high-level special envoy to North Korea amid an extended chill in relations between the neighbors over Pyongyang's nuclear weapons and missile programs. The official Xinhua News Agency said Wednesday, Nov. 15, 2017, that director of the ruling Communist Party's International Liaison Department, Song Tao, would travel to Pyongyang on Friday to report on the party's national congress held in October. (ANSA/AP Photo/Andy Wong, File) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Telefonata di buoni propositi tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente statunitense Donald Trump. La Cina sarebbe pronta a lavorare con gli Usa per trovare un “accordo appropriato” relativamente alla questione nucleare della penisola coreana. La linea del dialogo promossa da Pechino però non cambia: secondo quanto riportato dall’agenzia Nuova Cina, Xi ha sottolineato che tutte le parti coinvolte nella situazione dovrebbero “creare le condizioni per la ripresa dei colloqui”. Per quanto riguarda invece le frizioni tra i propri Paesi, il leader cinese ha auspicato che Cina e Usa possano risolvere “in modo appropriato” i contenziosi economici e commerciali di reciproco interesse.

La via auspicata da Pechino sarebbe quella di aprire maggiormente i rispettivi mercati e rafforzare la cooperazione. Apertura che appare nettamente in controtendenza rispetto al protezionismo di Trump, che in campagna elettorale non ha mancato di attaccare la Cina sul piano economico e commerciale.

Sulla questione coreana è previsto oggi a Vancouver, in Canada, un vertice al quale prenderanno parte i rappresentanti dei ministeri degli Esteri di 20 Paesi. Ma vista la significativa assenza al tavolo di Russia e Cina, principali alleati di Pyongyang e strenui oppositori della soluzione militare paventata da Trump, l’iniziativa rischia di essere inconcludente.

Tutto questo mentre la tensione tra le due Coree nelle ultime settimane sembra essersi allentata. Dal vertice di Panmunjom sono infatti emersi propositi costruttivi, come la partecipazione degli atleti del nord alle olimpiadi invernali organizzate dal sud e, soprattutto, il ripristino della linea militare, la cosiddetta “linea rossa”. Qualora poi Seoul deciderà di revocare le sanzioni a Pyongyang, Trump si troverebbe improvvisamente ai margini dallo scacchiere diplomatico e l’azione di forza da lui minacciata verrebbe scartata quasi definitivamente dalle opzioni percorribili.

 

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