MILANO – È scattata la corsa alla sovrintendenza della Scala. Ai nastri di partenza c’è anche l’attuale numero uno del teatro di Milano, Dominique Meyer, che ha il contratto in scadenza a metà febbraio 2025. La prossima riunione del consiglio di amministrazione è in programma il 12 febbraio, ma quasi certamente quella data non sarà decisiva per la scelta del futuro sovrintendente.
Per una decisione definitiva, ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, “ci vorranno almeno due mesi”. Di una cosa però è convinto: in via Filodrammatici non c’è il rischio di una nomina contestata come quella che ha portato Luca De Fusco alla direzione generale del Teatro di Roma. Il tentativo del governo di occupare luoghi della cultura “mi pare assolutamente evidente” ha detto Sala commentando la nomina di De Fusco a guida della Fondazione romana. Ma, il teatro milanese “si regge sulla collaborazione e il supporto di tanti enti tra cui anche il governo. Però è chiaro che il ruolo dei privati è già una garanzia, i quali non vogliono condizionamenti nella scelta. Una soluzione non l’abbiamo ancora definita, ma stiamo lavorando pensano di poterlo fare con autonomia”.
A testimonianza dell’indipendenza del Teatro alla Scala, ci sono i numeri: su nove membri del cda solo due sono di nomina del governo, indicati dall’allora ministro di centrosinistra Dario Franceschini. Uno è della Regione e uno è del Comune, lo stesso sindaco. Gli altri, cioè la maggioranza, sono privati, fra di loro l’amministratore delegato e direttore generale di Allianz, Giacomo Campora, che già si è espresso pubblicamente per il rinnovo dell’incarico a Meyer.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, avrebbe già indicato Fortunato Ortombina come il candidato più gradito per il dopo Meyer, ma la caccia al nome giusto è ancora aperta. D’altro canto, più il tempo passa, più si fa concreta l’ipotesi di una proroga fino al 2026 per Dominique Meyer, che, con la sua esperienza e un curriculum internazionale, può contare sugli ottimi risultati raggiunti nel 2023: 450mila spettatori in teatro, 37 milioni di euro incassati al botteghino e una media del 90% di riempimento della sala per opere, balletti e concerti.