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HomeCronaca Taxi, lanci di uova e minacce. Sesto giorno di sciopero. Oggi l’incontro con Delrio

Sciopero taxi, sesto giorno
Raggi al fianco dei tassisti
oggi l'incontro con Delrio

Sit in di protesta a Montecitorio

minacce ai conducenti Ncc

di Fabio Simonelli21 Febbraio 2017
21 Febbraio 2017

Parcheggi vuoti dei taxi a Napoli dove i tassisti, da oggi in assemblea "spontanea e permanente" in attesa degli esiti della riunione che si svolgerà domani a Roma, al ministero dei Trasporti, hanno sopseso il servizio in luoghi nevralgici quali Aeroporto di Capodichino, Stazione Garibaldi e Molo Beverello, 20 febbraio 2017. ANSA / CIRO FUSCO

La rabbia dei tassisti, al sesto giorno consecutivo di sciopero, sta divampando in atti di violenza che rischiano di spostare l’attenzione dai nodi della questione. Un noi contro di loro (gli autisti del noleggio conducente o i cliente carsharing) che ha fatto infuriare anche il ministro dei Trasporti. Graziano Delrio, che ha minacciato di far saltare l’incontro previsto per oggi pomeriggio.

La cronaca- Ieri notte, vicino alla stazione centrale di Milano, un autista ha reagito all’ennesimo lancio di uova, estraendo una pistola. Fermato dalla polizia, ha rivelato il trucco: «Era un giocattolo». Nel capoluogo lombardo sono già 17 gli episodi di aggressioni, tra lanci di uova, accerchiamenti e agguati. A Roma la situazione non è molto diversa. Vicino a piazza Navona un tassista, mentre chiamava le forze dell’ordine per calmare gli animi, è stato schiaffeggiato e il telefono si è rotto cadendo a terra. Lui ha provato a raccoglierlo, ma gli hanno rifilato un pugno e ammaccato il cofano.

Le novità- Lo sciopero ad oltranza però sembra fiaccare un po’ la resistenza dei tassisti. A Roma l’ala moderata avrebbe voluto riprendere il servizio almeno per l’aeroporto di Fiumicino, ma hanno prevalso gli irriducibili. A Milano è partita una petizione su un gruppo Whatsapp di una cinquantina di lavoratori, pronti a rimettersi in macchina. Le frange meno agguerrite però temono ritorsioni e di essere bollate come “vendute”. A nulla sono valsi gli appelli al buon senso dei sindacati. Per il presidente di Radiotaxi Loreno Bittarelli «si sono persi otto milioni di euro», mentre per Paolo Uggè (Conftrasporto-Confcommercio) si sta protestando contro «un emendamento che non cambia le cose»

La riunione– L’emendamento, contenuto nel decreto Milleproroghe, la cui discussione comincia oggi alla Camera, secondo i tassisti favorirebbe Uber e gli altri servizi di noleggio auto. Il ddl prolungherebbe fino al 31 dicembre l’entrata in vigore delle sanzione contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e Ncc. Alle 15 è previsto il colloquio tra i sindacati e il ministro Delrio. Nel frattempo a Montecitorio è già scattato il sit in di protesta, con 200 tassisti in arrivo da Torino.

Pochi minuti fa il sindaco di Roma Virginia Raggi ha raggiunto i tassisti a piazza Venezia. «Siamo vicini ai tassisti che da giorni stanno manifestando il loro malcontento» ha dichiarato. «L’emendamento al decreto Milleproroghe causerebbe effetti negativi sul trasporto pubblico non di linea perché i noleggi con conducenti non sarebbero più vincolati al rispetto della territorialità» ha aggiunto. Poi la chiosa. «Basta con le solite riforme calate dall’alto che aumentano i problemi di gestione delle città».

Questa la fotogallery di Christian Dalenz:

Un momento della manifestazione contro la direttiva Bolkestein a Montecitorio.
Un momento della manifestazione contro la direttiva Bolkestein a Montecitorio.
La polizia tiene d'occhio i manifestanti a Montecitorio.
Anche i tassisti protestano, perché la direttiva a loro avviso favorirebbe Uber
Le richieste dei manifestanti sintetizzate in questo manifesto: proroga alle concessioni e stop ai nuovi bandi
Altro manifesto con le richieste dei manifestanti e un attacco ai privilegi dei politici
Manifestanti provenienti da Andria
Le associazioni ANVA e FIVA protestano contro la politica
 Tredicine sono considerati essere i boss della vendita ambulante. Qui uno striscione di manifestanti che ne prendono le distanze
Un cartello che mostra una frase attribuita a Pertini. Il blogger Matteo Gracis ha da tempo chiarito che questa frase non è stata pronunciata dall'ex Presidente della Repubblica
Un momento della manifestazione contro la direttiva Bolkestein a Montecitorio.

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