“Carlo Tavecchio si è appena dimesso dalla presidenza della Figc”. Ha dichiararlo il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, uscendo dal consiglio federale appena cominciato.
La posizione di Tavecchio si presentava già in bilico dopo le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò a “Che tempo che fa” (“Mi auguro che lasci”). Un epilogo scontato. Il presidente della Figc, dopo la mancata qualificazione azzurra al mondiale, si è presentato oggi al consiglio federale una posizione di minoranza, contrari alla sua riconferma non soltanto dal sindacato calciatori capitanato da Damiano Tommasi ma adesso anche dalla Lega di C e forse da alcuni consiglieri dei dilettanti (tra cui Montemurro). Unico alleato Renzo Ulivieri, presidente dell’AssoAllenatori e vicepresidente federale. La conta è persa in partenza.
A votare per le dimissioni ci sarebbe stato il sindacato dei calciatori (Aic), da sempre contrario alla sua elezione, e da ultima la Lega Pro di Gabriele Gravina.
E dopo Samp-Juve anche l’azzurro Giorgio Chellini chiede tempo, “per portare candidati credibili e progetti giusti senza voler fare una caccia alle streghe”. Di tutt’altro avviso un altro azzurro, Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale campione del mondo 2006, nonché pallone d’oro nello stesso anno: “La gente si aspetta un segnale forte e questo è il momento di darlo. Devono andare via tutti, non solo Tavecchio. La mia stima va a Gravina, l’unico che ha fatto un passo indietro”.
Cade così il governo del calcio e nel 2018 si andrà a nuove elezioni.