È iniziato questa mattina il consiglio d’amministrazione di Telt, la società italo-francese responsabile della realizzazione e della gestione della futura Torino-Lione, per concludere la discussione sui bandi di gara sospesa lo scorso 19 febbraio.
L’ammontare degli “inviti alla candidatura” per la Tav è di 2,3 miliardi: gli appalti riguardano i 45 km della tratta francese del tunnel di base. Tra sei mesi si deciderà quali saranno le imprese che avranno diritto di partecipare e verranno inviati i capitolati con il dettaglio dei lavori richiesti. Su questo punto Lega e Movimento 5stelle sono in disaccordo, ma i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini escludono ora una crisi di governo. “Conoscevo la lealtà, la coerenza e la capacità di Di Maio. Se uno tiene duro sulle proprie convinzioni, ma senza impuntarsi ideologicamente, le diversità si superano e si trova un compromesso. Sulla Tav questo è stato”. Così il leader della Lega.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, invece traccia un punto sul temuto blocco alla Tav, ricordando che per fermare definitivamente la Tav c’è bisogno di un passaggio parlamentare, perché si tratta di un trattato internazionale “approvato dal Parlamento e né Conte né il Consiglio dei ministri possono prendere decisioni sopra il Parlamento”. Sull’avvio dei bandi oggi invece sottolinea che la novità è quella che Telt scrive negli ultimi due passaggi della lettera inviata al premier, “quando certifica che non ci sarà il rischio di penali garantisce che per far partire i capitolati d’appalto servirà il preventivo assenso del governo”.
Intanto gli imprenditori di Confindustria Piemonte partono al contrattacco con una campagna informativa, e parlano di opera “strategica per la competitività del sistema manifatturiero e per l’ammodernamento della rete comunicazione che collega l’Italia all’Europa”. Da oggi si faranno portavoce delle ragioni del sì alla Tav.