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Tav, Erri De Luca assolto dall’accusa di istigazione a delinquere

di Alessandro Testa20 Ottobre 2015
20 Ottobre 2015
Erri De Luca in tribunale

Erri De Luca in tribunale a Torino prima della sentenza

In difesa della libertà d’espressione. Ieri, prima della sentenza, Erri De Luca aveva ribadito la sua posizione con una dichiarazione spontanea: «con­si­dero l’imputazione con­te­stata – ha detto in aula De Luca – il ten­ta­tivo di met­tere a tacere le parole con­tra­rie. Svolgo l’attività di scrit­tore e mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura». Più che l’eventuale effetto delle parole di De Luca sugli attivisti No Tav disposti a violare il codice penale pur di mettere in atto azioni dimostrative nell’area di cantiere, in gioco c’era quindi la stessa libertà di espressione: «l’architrave della democrazia», secondo il costituzionalista Michele Ainis. «Sono incri­mi­nato per un arti­colo del codice penale che risale al 1930 e a quel periodo della sto­ria d’Italia – ha proseguito De Luca – Con­si­dero quell’articolo supe­rato dalla suc­ces­siva ste­sura della Costi­tu­zione della Repub­blica».

«Sabotare, verbo nobile». Punto centrale, le espressioni scelte da De Luca durante l’intervista. «Sono incriminato per avere usato il verbo sabotare – si è difeso lo scrittore – Lo considero nobile e democratico: nobile per­ché pro­nun­ciato e pra­ti­cato da valo­rose figure come Gan­dhi e Man­dela, con enormi risul­tati politici. Demo­cra­tico per­ché appar­tiene fin dall’origine al movi­mento ope­raio e alle sue lotte. Per esem­pio uno scio­pero sabota la produzione». De Luca ha motivato anche la sua giustificazione delle cesoie rinvenute in macchina dei due arrestati, sostenendo che «un’opera colos­sale quanto nociva come la sedicente Alta velocità non può certo essere sabotata con delle cesoie», e che non può essere condannato il sostegno puramente verbale ad un’azione simbolica. Alla pronuncia della sentenza, in aula si sono sentite le urla di gioia della delegazione del movimento No Tav. Nel pomeriggio Erri De Luca si è spostato in Val di Susa per festeggiare l’assoluzione insieme ai suoi sostenitori.

Alessandro Testa

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