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Tasi, i Comuni inadempienti spingono il Governo verso la proroga: «si deciderà in settimana»

di Alessandro Testa19 Maggio 2014
19 Maggio 2014

Graziano DelrioSarà probabilmente prorogata la scadenza per la Tasi, la nuova tassa comunale sui servizi indivisibili (strade, parchi, ecc.), la cui prima rata al momento andrebbe pagata entro il 16 giugno. «Il Governo deciderà in settimana», ha annunciato ieri a Skytg24 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio (e vero “vice” di Renzi), Graziano Delrio, dopo aver nuovamente invitato a «deliberare alla svelta» i Comuni che non hanno ancora fissato la propria aliquota.

Il rischio caos. Il problema è che finora lo ha fatto solo il 10% degli ottomila campanili italiani, e ci sono ben poche speranze che gli altri possano provvedere in massa entro la scadenza del 23 maggio, dato che molte amministrazioni sono sciolte in attesa delle elezioni comunali di domenica prossima. Sembra essere caduta nel vuoto anche la proposta di mediazione di Piero Fassino, presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) e sindaco di Torino, tesa a far pagare a giugno l’imposta nei soli Comuni che hanno già deliberato e a rinviarla per tutti gli altri.

L’obiettivo di Fassino sarebbe quello di assicurare prima possibile ai Comuni le cospicue entrate della Tasi, ma, secondo quanto è fatto filtrare, il governo Renzi sarebbe contrario – tanto più in campagna elettorale – ad un provvedimento “a macchia di leopardo”, che inevitabilmente «finirebbe per alimentare la confusione», in un periodo tra l’altro già denso di decine di scadenze fiscali di vario tipo.

I due scenari possibili. Rimangono pertanto aperti altri due scenari: uno slittamento della scadenza della prima rata per tutti i Comuni (si parla di metà luglio, o al massimo di metà settembre), oppure un’applicazione rigida della norma ereditata dal governo Letta, che punisce quelli inadempienti, rinviando il pagamento dell’intera imposta – in un’unica soluzione – a metà dicembre. In entrambi i casi, l’imprevista (anche se temporanea) mancanza di liquidità potrebbe però spingere i Comuni a richiederne un anticipo proprio al Governo, tramite la Cassa depositi e prestiti.

Di Alessandro Testa

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