I contenuti del decreto-sicurezza frammentano il M5s, con il fronte dei dissidenti che si fa sempre più consistente. Il pomo della discordia coinvolge le tematiche dei diritti civili, trattate in maniera restrittiva secondo i “malpancisti”. I quattro oppositori – De Falco, Mantero, Nugnes e Fattori – stanno provando a cambiare il decreto con vari emendamenti. “Non siamo spingi-bottoni”, dice la senatrice Nugnes. Il vice-premier Luigi Di Maio richiama alla coesione: “Siamo sotto attacco e dobbiamo essere compatti come una testuggine romana”.
L’invito alla compattezza arriva anche a seguito delle problematiche sul gasdotto Tap e sulla Tav. I cinque stelle, durante la campagna elettorale, si erano schierati contro il primo progetto che, successivamente, ha ricevuto il via libera dal governo Conte. Una decisione che ha scosso il nucleo del M5s storicamente contrario alle grandi opere. In Puglia i No Tap hanno stracciato le schede elettorali. Il malessere serpeggia anche nel movimento. Duro lo sfogo della senatrice Fattori: “Facciamo cose da rincorrerci con i forconi”.
Per ricucire il margine con questo polo, il movimento si è mosso sulla Tav. Ieri il consiglio comunale di Torino, infatti, ha approvato un ordine del giorno contrario alla grande opera, presentato proprio dai pentastellati. Di Maio ha commentato con un tweet la decisione: “Bene la votazione del Consiglio comunale di Torino sul Tav!”.
La pronuncia del consiglio non placa i dissidenti del M5s. Gregorio De Falco, tra i primi oppositori al decreto sicurezza, risponde così alla richiesta di restare uniti da parte di Di Maio: “Sono qui perché ho aderito ad un movimento e ai valori di quel movimento mi richiamo”. I numeri della maggioranza al Senato per ora non preoccupano, ma il rischio che la fronda si allarghi è estremamente concreto.