I talebani hanno annunciato di aver ottenuto il controllo totale della valle del Panshir, ultima provincia dell’Afghanistan ancora fuori dalla loro egemonia, difesa dal Fronte di resistenza nazionale (Nrf). Con un tweet, il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha dichiarato conclusa la campagna per la conquista totale della nazione: “Con questa vittoria il nostro Paese è ora completamente fuori dal marasma della guerra”. Poche ore dopo l’annuncio, però, è arrivata la parziale smentita da parte del Fronte, che ha comunicato l’intenzione di continuare a lottare “contro i talebani e i propri partner”, affermando di essere ancora presente in “posizioni strategiche” lungo l’intera valle del Panshir.
Inoltre, un portavoce dell’Nrf ha denunciato su Twitter il coinvolgimento nel conflitto da parte dell’Agenzia pakistana di spionaggio (Isi). Allo stesso tempo, un altro esponente del Fronte ha raccontato al Washington Post che il leader della resistenza Ahmad Massoud si trova “in un posto sicuro”, mentre l’ex presidente dell’Afghanistan Amrullah Saleh è fuggito in Tagikistan. Secondo la sua testimonianza, i talebani avrebbero preso il controllo degli uffici governativi e sarebbero entrati nella casa del governatore.
Ciò che è certo è che il luogo è stato teatro di battaglie tra le due fazioni e che quella talebana è riuscita quantomeno a penetrare all’interno della provincia. Il portavoce Mujahid ha assicurato che alcuni degli insorti sono stati sconfitti, mentre altri sono fuggiti. Inoltre, ha garantito che gli abitanti della valle non saranno puniti, minacciando apertamente, però, chi tenterà una nuova insurrezione.
Immediata è arrivata la ferma condanna da parte dell’Iran, il cui ministro degli Esteri Saeed Khatibzadeh ha assicurato che il Paese asiatico si sta adoperando per “favorire la formazione di un governo che rappresenti tutti gli afghani”.