“Abbiamo abolito la Casta”, gioisce il leader 5 Stelle Luigi Di Maio per l’approvazione della misura simbolo del Movimento. Ma dopo il voto unanime sulla riduzione di Camera e Senato, oggi ricominciano le tensioni per la manovra e per l’elezione del nuovo presidente del Copasir.
La prima spina per la maggioranza: trovare le coperture della legge di bilancio. Non sarà semplice rimediare i 14 miliardi (su un totale di 30) necessari a non far aumentare l’Iva, non abrogare reddito di cittadinanza e quota 100, diminuire cuneo fiscale e dare sostegno alle famiglie. I dubbi arrivano dai fondi che il governo vorrebbe ottenere dalla lotta all’evasione: non si avvicinano alla quota richiesta dal Def, secondo Corte dei Conti e Bankitalia. Sono 7 i miliardi che l’esecutivo punta a recuperare dalla lotta a chi non paga le tasse: “Un obiettivo piuttosto ambizioso”, affermano da via Nazionale. La maggioranza giallorossa poi è intenzionata a chiedere al governo tre impegni precisi: oltre al blocco dell’Iva anche una riduzione progressiva del carico fiscale sul lavoro e la riforma dell’Irpef, più soldi per gli investimenti (in particolare per il Mezzogiorno) e un sistema di aiuto per le famiglie.
Intanto oggi in Parlamento si vota per il nuovo presidente del Copasir. Il candidato più accreditato è Raffaele Volpi, leghista su cui convergeranno anche i voti degli altri partiti di centrodestra. L’esponente del Carroccio, data la provenienza partitica, spaventa il premier Giuseppe Conte, che proprio davanti al comitato parlamentare sulle barbe finte dovrà riferire sugli incontri tra il capo del Dis, il generale Gennaro Vecchione, e il segretario alla giustizia Usa William Barr. I due si sono incontrati a Ferragosto e a fine settembre: Barr voleva informazioni sul ruolo di Joseph Misfud, professore maltese di stanza a Roma, nel Russiagate. Una richiesta insolita, non passata per i canali ufficiali. Il Copasir dovrà chiarire se l’operato di Conte e dei vertici dei servizi è stato “opportuno”.