La sfida di Supercoppa tra Juventus e Milan ha ormai travalicato i confini del calcio giocato. Stamattina, ai microfoni di Radio Anch’io sport, è toccato al presidente del Coni Giovanni Malagò fare il punto sulle polemiche inaugurate nei giorni scorsi dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si era duramente espresso contro la scelta di giocare la partita in Arabia Saudita, a causa delle norme restrittive nei confronti delle donne che regolano l’accesso agli stadi sauditi. “Sul caso della Supercoppa a Gedda c’è il trionfo dell’ipocrisia da parte di tante persone”, ha sostenuto Malagò, ricordando che “La Lega di Serie A è un ente privato, fa un bando e dice quale posto o città possono ospitare nei prossimi cinque anni la finale della Supercoppa. La migliore offerta è stata quella dell’Arabia Saudita e il bando è stato giudicato a luglio del 2018. Il problema è sorto con la vicenda dei biglietti, la donna che prima non poteva andare allo stadio ora ci può andare in determinati settori”.
Una scelta che ha scontentato i vertici di sport e politica, a poche settimane dall’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, attribuito dagli osservatori internazionali al regime di Riad, che ha riacceso i riflettori sulla drammatica situazione dei diritti umani nel Paese. Sono scontenti anche i tifosi di Juve e Milan, che difficilmente potranno seguire le loro squadre fino in Arabia Saudita, a meno di non spendere cifre elevate. E scontenti sono anche alcuni giocatori, come Mario Balotelli, che nei giorni scorsi ha polemicamente tenuto a precisare che in Inghilterra non è mai successo che la finale di Community Shield, la Supercoppa locale, fosse disputata in un paese straniero.
Il modello inglese è stato invece richiamato da Malagò per l’altro tema caldo di queste settimane, quella delle tifoserie violente: “Serve un modello alla Thatcher – ha sostenuto – che aveva un problema peggiore del nostro in Inghilterra ed ha adottato i processi per direttissima, hanno risolto la questione Hooligan e solo dopo hanno costruito gli stadi”.