Questa mattina si è tenuto il secondo summit virtuale tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omonimo russo Vladimir Putin. Incontro a cui ha guardato in disparte con un occhio preoccupato il capo di Stato Usa, Joe Biden, che teme l’asse sino-russo sui principali scenari di crisi e nella competizione globale. Come riportato due giorni fa dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, l’obiettivo dell’incontro è l’esame di un piano di alto livello per lo sviluppo dei legami bilaterali per il prossimo anno e la discussione sulle principali questioni internazionali di interesse comune. Al centro dell’incontro anche le posizioni della Nato e degli Usa, che, secondo il Cremlino, la cui retorica nei confronti dei due Stati è da considerarsi aggressiva.
All’inizio della videoconferenza Putin ha descritto i rapporti russo-cinesi come “un vero esempio di cooperazione interstatale nel 21° secolo. Quest’incontro permette a entrambi di discutere dello sviluppo di una partnership onnicomprensiva e di una integrazione strategica”.
L’ex ufficiale del Kgb ha inoltre auspicato un imminente incontro di persona alle prossime Olimpiadi invernali che si terranno a febbraio a Pechino e si è detto fiducioso per la buona realizzazione dei Giochi: “Sono certo che saranno organizzati al più alto livello possibile, la Cina è brava a organizzare eventi di questo tipo e – ha aggiunto Putin – vorrei rimarcare che ci siamo costantemente supportati a vicenda per quanto riguarda la cooperazione sportiva internazionale, compresa l’avversione a ogni tentativo di politicizzazione dello sport e del movimento olimpico”. Manifestazione sportiva che verrà boicottata, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Tass, da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Canada che, pur inviando i loro atleti, non parteciperanno alle Olimpiadi con alcuna rappresentanza diplomatica per protestare contro le violazioni dei diritti umani in Cina.