La Ocean Viking è sbarcata ieri mattina a Messina con a bordo 182 persone e l’Italia ha potuto accoglierli forte degli accordi sulla redistribuzione raggiunti, in questi giorni, a Malta con gli altri paesi dell’Unione Europea. Il vertice di La Valletta, tenutosi con i ministri di Francia, Germania, Finlandia e – appunto – Italia, ha visto passi avanti nella gestione dei flussi, con l’istituzione di quote obbligatorie di migranti da assegnare a ciascun paese dell’Ue, con pene economiche per chi si rifiuta di collaborare.
Secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’accordo di Malta è “una svolta”. Molto più cauto stamattina il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che da New York ha dichiarato ai microfoni di Sky come “il problema dei migranti non si risolve distribuendoli negli altri Paesi europei ma fermando le partenze”. “Per questo – ha aggiunto – siamo impegnati in vari colloqui sulla stabilità della Libia, per fermare il conflitto e evitare che il Paese diventi ulteriormente una rotta di migranti verso l’Italia”.
Non manca poi la critica all’ex ministro degli Interni Matteo Salvini. “Quando venivano fatti sbarcare anche con il ministro Salvini perché si sequestravano le navi ce li dovevamo tenere tutti, adesso abbiamo un meccanismo di redistribuzione”. Secca la risposta del leader leghista: “La matematica smentisce Di Maio: nel settembre 2019, grazie ai porti riaperti dal governo abusivo, gli sbarchi sono quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso. Il resto è aria fritta.”
Intanto il governo continua a trattare per convincere gli altri paesi dell’Unione ad accettare l’accordo raggiunto a Malta. L’ultima idea dell’esecutivo – d’intesa con la Commissione Europea – sarebbe quella di indicare come “porti sicuri” anche quelli di Tunisia, Algeria e Marocco, in modo da ampliare la scelta per quanto riguarda i luoghi destinati agli sbarchi.