CATANIA – Si sono conclusi poco dopo le 12 di oggi, 5 febbraio, gli interrogatori di garanzia dei quattro maggiorenni fermati per la violenza di gruppo su una 13enne nei bagni pubblici di Villa Bellini, a Catania. Solo alcuni di loro hanno risposto alle domande del gip Carlo Umberto Cannella. Il pool che indaga è composto da otto magistrati e dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. Sempre oggi saranno sentiti anche i tre minorenni coinvolti.
“Il mio assistito ha confermato quanto aveva detto prima, quindi è stato un interrogatorio lampo, ha spiegato che la sua presenza sul posto è stata del tutto casuale, era lì perché aveva sentito gridare”, ha detto l’avvocato Salvatore Ganci che assiste uno dei maggiorenni coinvolti nella violenza di gruppo. Il legale ha aggiunto che “sembra che ci fossero tra i 10 e i 7 ragazzi presenti, ma al momento il fermo ne indica 7 e se ci sarà qualcosa in più verrà fuori dalle indagini”.
“Un indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere l’altro invece si è fatto interrogare e ha risposto alle domande del gip. Il primo vive in comunità il secondo lavora ad Acireale. Sono nel catanese da due anni”, ha detto, invece, l’avvocato Alessandro Fidone che assiste altri due dei maggiorenni tra i fermati per i fatti di villa Bellini.
Finora nessun elemento è emerso dalle telecamere dei giardini comunali perché inattive, ma fondamentali sono state le immagini dei sistemi di videosorveglianza di alcuni locali pubblici della zona. L’input è partito da una frase: “Sono un gruppo e sono di origine egiziana”. Uno screening nelle comunità di accoglienza, poi un incrocio dei contatti social su Tiktok, fino ad avere i sette nomi e dunque i sette indagati. “Io ho visto soltanto tre di loro: due mi hanno violentata, l’altro guardava, ma il mio ragazzo li ha visti tutti”, ha detto la vittima, intenzionata a “voler giustizia”.
I fatti risalgono allo scorso 30 gennaio
La violenza sessuale, avvenuta lo scorso 30 gennaio ai danni della minorenne che passeggiava in villa con il fidanzato, coinvolge sette cittadini egiziani: secondo quanto emerso, la 13enne è stata stuprata da due di loro mentre altri cinque erano fermi a guardare. Coinvolto anche il fidanzato 17enne che, minacciato e immobilizzato da alcuni membri del branco, non è potuto intervenire per difendere la giovane. Secondo le notizie rese note dagli inquirenti, la vittima e il fidanzato sarebbero stati importunati appena fuori dai bagni del giardino. Due di loro, minorenni, avrebbero abusato più volte della tredicenne, che poi è riuscita a fuggire verso la via Etnea prima di essere soccorsa da alcuni passanti.
I sette indagati, si legge in una nota congiunta delle Procure – distrettuale e dei minori – sono “entrati in Italia da minorenni accolti in alcune strutture”. Nei loro confronti, in quanto minori, vige “il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della Questura del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età”.