La scorsa settimana la Cassazione, con una sentenza, ha sostenuto la tesi delle possibili attenuanti per chi commette uno stupro portato a totale compimento, con la sopraffazione totale della donna e della sua dignità. Questa teoria è in totale disaccordo con il giudizio di merito di Pietro Gaeta, sostituto procuratore generale della Cassazione, che in una sua requisitoria ha chiesto “l’inammissibilità di questa linea di pensiero”.
Il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, dopo questa sentenza reputa necessario un cambio di passo su questo tema, asserendo che per gli stupratori servirebbe ”una castrazione chimica”.Per Barbara Saltamantini del Nuovo Centro Destra questo verdetto è “un’ ulteriore violenza contro le donne”.
La sentenza è avvenuta in seguito al ricorso di un violentatore, nei confronti del quale la Corte di Appello di Venezia aveva escluso l’ipotesi di minore gravità. L’uomo aveva imposto con violenza rapporti completi alla sua compagna, si è rivolto alla Cassazione la quale ha accolto il ricorso, sostenendo che “come l’assenza di un rapporto sessuale completo non può da sola consentire l’attenuante, simmetricamente il rapporto sessuale completo non può escludere che l’attenuante sia concepibile”.
Pertanto l’attenuante, secondo la Cassazione “deve considerarsi applicabile in tutte quelle volte in cui, avuto riguardo ai mezzi, alle modalità di esecuzione e alle circostanze dell’azione, sia possibile ritenere che la libertà della vittima sia stata compromessa in maniera non grave”. Questo vale anche in caso di “rapporti sessuali plurimi ottenuti con violenza e senza il minimo rispetto della libertà e della dignità della donna”.
Quindi per la Cassazione non basta la sussistenza del fatto, anche se brutale, ma è necessaria “un’analisi complessiva, con riferimento alla valutazione delle ripercussioni, anche psichiche, sulla persona della vittima”.
Stefania Fava