ROMA – Un modello “da superare”. È così che il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha definito la pratica del check-in autonomo, tipica degli affitti brevi. Una prassi che potrebbe mutare dopo la nuova circolare emanata nella serata di lunedì 2 dicembre dal Viminale. Il Colle chiarisce come l’identificazione da remoto degli ospiti in strutture ricettive non soddisfi i requisiti di legge.
Secondo la circolare, la pratica del self check-in non garantirebbe l’obbligo dei gestori di dare alloggio esclusivamente a persone munite di documento d’identità. Una minaccia alla sicurezza che però non convince tutte le forze di maggioranza. La Lega ha infatti mostrato perplessità in merito alla questione. Secondo il Carroccio “in molti contesti, compresi quelli delle aree interne, l’identificazione a distanza permette di tenere in vita strutture che altrimenti dovrebbero chiudere”.
Dichiarazioni che si discostano dalle posizioni espresse dal ministro dell’interno. Per Piantedosi infatti l’identificazione da remoto non funziona. Il ministro si appella anche a episodi recenti in cui la pratica ha agevolato insediamenti abusivi. Concorde con la circolare del Viminale è invece la ministra del Turismo, Daniela Santanchè che si è detta soddisfatta della norma, “specie in vista di importantissimi eventi come il Giubileo del 2025”.
La stretta al check-in autonomo rende di fatto superfluo l’utilizzo delle keybox, le cassette diventate simbolo dell’incremento degli affitti brevi. Un effetto collaterale che molti sindaci accolgono positivamente. Tra questi, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il primo cittadino della Capitale ha ringraziato i ministri Piantedosi e Santanchè per l’iniziativa e si è detto pronto ad attuare la circolare del Viminale. “Esprimo il mio apprezzamento per una decisione che auspicavo da tempo. Nelle prossime ore sentirò il prefetto e il questore per studiare le modalità di intervento più adatte a capire come rimuovere rapidamente tutti questi sistemi”.