CROTONE – A un anno esatto dal naufragio di Cutro, dove persero la vita 94 migranti, i familiari delle vittime, insieme ad alcuni superstiti, hanno annunciato di voler intentare una causa civile risarcitoria nei confronti del governo per omissione di soccorso e per i danni conseguiti alla tragedia.
“Chiarire quando le autorità hanno saputo della barca”
Stando a quanto dichiarato da Stefano Bertone, avvocato di una cinquantina di famiglie coinvolte, il ricorso riguarderà la presidenza del Consiglio e i ministeri degli Interni e dell’Economia. L’intenzione è quella di presentarlo al termine dell’inchiesta penale coordinata dalla Procura di Crotone, con l’obiettivo di chiarire “quando le autorità hanno saputo della presenza della barca”. Capire, soprattutto, che “cosa ha fatto Frontex in quelle ore prima della segnalazione delle 22.35 alla centrale di Varsavia”.
L’imbarcazione, ha spiegato Bertone, era stata monitorata da un aereo Frontex “dalle 17 del 25 febbraio”, dopo l’intercettazione di alcune chiamate di soccorso. Molto prima, quindi, dell’ora dell’incidente, avvenuto all’alba del 26 febbraio 2023. Fu in quelle ore che il caicco “Summer Love” con a bordo quasi duecento migranti si schiantò contro una secca a poche centinaia di metri dalla riva di Steccato di Cutro. Per l’avvocato la mancata repentina comunicazione delle informazioni a disposizione di Frontex ha consentito “alle autorità italiane di sbagliare”, motivo per cui non si esclude di estendere la causa all’Agenzia europea.
Sulla spiaggia di Cutro la cerimonia in memoria delle vittime
A chiedersi come sia stato possibile “che non siano uscite le motovedette della Guardia Costiera per dare soccorso a un’imbarcazione” da ore in difficoltà anche la segretaria del Pd Elly Schlein.
La leader dem ha partecipato domenica 25 febbraio al corteo organizzato a Crotone, deponendo anche una corona di fiori sulla spiaggia della tragedia. La stessa dove questa notte la comunità si è riunita per accendere 94 candele in memoria dei migranti che hanno perso la vita, poggiando 35 peluche sulla sabbia, uno per ogni bambino che non ce l’ha fatta.