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HomeCronaca Stop a colloqui per virus, rivolta nelle carceri. Deceduti otto detenuti

Coronavirus, stop a colloqui
rivolta nelle carceri
Decedute otto persone

Sei morti a Modena, due ad Alessandria

A Foggia venti detenuti sono evasi

di Laura Bonaiuti09 Marzo 2020
09 Marzo 2020

A moment of the protest that is underway by inmates inside the Poggioreale prison, in Naples, 08 March 2020. According to trade union sources, some inmates would climb on the walls of the 'walk', in an area inside the penitentiary. The protest has flared up over the announced suspension of talks to combat Coronavirus infection. Meanwhile, in front of the institute there are dozens of police officers and carabinieri and firefighters. Some relatives of the detainees are also on site protesting against the announced measure. ANSA / CESARE ABBATE

In vari istituti penitenziari italiani sono scoppiate nelle ultime ore proteste e rivolte dopo la sospensione dei colloqui con i familiari dovuta alle precauzioni per arginare il contagio da Coronavirus. Sabato a Salerno, ieri a Palermo, Modena, Napoli, Genova, Pavia, Frosinone ma anche Vercelli, Alessandria e Foggia, oggi a Milano: le centinaia, se non migliaia, di detenuti, hanno messo in scena violente proteste forzando i blocchi e rendendo le poche guardie penitenziarie non in grado di agire.

A San Vittore, nel centro di Milano, la rivolta è cominciata proprio questa mattina. Secondo i primi racconti dei testimoni riportati da Business Insider, i detenuti del terzo raggio avrebbero sottratto tutti i farmaci, tra cui il metadone, per poi distruggere gli ambulatori. Alcuni sono saliti sul tetto e bruciano oggetti, mentre cominciano ad arrivare agenti in assetto antisommossa.

Anche a Foggia è in corso una violenta protesta. Alcuni detenuti sono riusciti ad evadere ma sono stati bloccati poco dopo dalle forze dell’ordine. Secondo le prime informazioni, i reclusi hanno divelto il cancello della zona che li separa dalla strada. Fonti investigative riportano almeno che sarebbero almeno 50 quelli riusciti a scappare, ma di questi trenta sarebbero stati già rintracciati e bloccati nelle vicinanze della casa circondariale. Sarebbero quindi ancora una ventina i detenuti a piede libero. Molti si stanno arrampicando sui cancelli del perimetro del carcere. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell’esercito.

Il fatto più grave è avvenuto ieri a Modena. Nel primo pomeriggio, i carcerati si sono barricati nell’istituto e hanno costretto gli agenti e il personale sanitario a uscire. Sei detenuti sono morti in circostanze che sono ancora da chiarire, ma sembra che i decessi non siano tutti direttamente riconducibili alla rivolta. Dalle prime ipotesi si apprende che uno dei sei è stato trovato senza vita per abuso di sostanze oppioidi, l’altro di benzodiazepine. Un altro è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo della morte. La notizia degli altri tre deceduti è arrivata da poco e non è ancora possibile sapere gli esiti degli accertamenti. Dalla struttura è uscito anche molto fumo, chiaramente visibile all’esterno: si è trattato probabilmente di materassi incendiati dagli stessi rivoltosi.

Nel carcere di Alessandria sono deceduti altri due reclusi: avevano approfittato dello scompiglio durante la protesta per rubare psicofarmaci dall’infermeria che hanno assunto senza controllo e sono morti di overdose.

Un tentativo di evasione è avvenuto anche al carcere dell’Ucciardone a Palermo. Alcuni hanno tentato di scavalcare le recinzioni dell’istituto per cercare di fuggire. Il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. Attorno al carcere si è formato un cordone di carabinieri e polizia in tenuta antisommossa. Anche le mura del carcere sono presidiate.

Nell’istituto penitenziario napoletano di Poggioreale, alcuni detenuti sarebbero saliti sui muri del cosiddetto passeggio, nella zona interna del penitenziario. In parallelo, davanti all’istituto penitenziario, c’è stata la protesta dei parenti dei carcerati, anche loro per lo stesso motivo. Indulto, amnistia o arresti domiciliari, ciò che hanno chiesto per i loro familiari reclusi, bloccando anche il passaggio dei tram.

 

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