Oltre tremila morti, 3.170 per la precisione, e 164.610 casi di Covid-19 confermati secondo i dati forniti dalla Johns Hopkins University. Gli Stati Uniti, di gran lunga il Paese più colpito al mondo in termini di persone contagiate, si ritrovano nel pieno dell’emergenza sanitaria. Cinquecento le vittime nelle sole ultime 24 ore.
Sempre ieri era arrivata la decisione di prolungare la chiusura e mantenere in vigore il distanziamento sociale almeno fino al 30 aprile. La scelta rappresenta un clamoroso passo indietro, dopo che nei giorni scorsi il Presidente Usa Donald Trump aveva annunciato di voler tornare alla normalità entro Pasqua: “Era solo una aspirazione” si è affrettato a dire il Capo di Stato, aggiungendo che “se riuscissimo a limitare il numero a 100mila morti, che comunque è orribile, si potrebbe dire che si è fatto un buon lavoro”. Ma le conseguenze del virus intanto si iniziano già a mettere sul piatto. Secondo uno studio della Fed – la banca centrale americana -di St. Louis l’emergenza potrebbe costare 47 milioni di posti di lavoro entro fine giugno e una disoccupazione al 32,1% nel secondo trimestre. Un dato che supererebbe – di molto – il picco toccato durante la Grande Depressione.
Intanto molti Stati americani hanno deciso di adottare provvedimenti più vincolanti rispetto alle linee guida della Casa Bianca. Il sindaco di New York Bill de Blasio ha introdotto ammende da 250 a 500 dollari per i trasgressori nella città che finora sta pagando il prezzo più caro. È poi uno studio della University of Washington school of Medicine che sottolinea come entro 15 giorni la maggioranza degli ospedali del Paese avrà esaurito i posti letto disponibili in terapia intensiva con il sistema sanitario che si ritroverà in ginocchio, mentre l’emergenza andrà avanti fino a giugno.
Il Paese a stelle e strisce però guarda già oltre con il virologo Anthony Fauci, che prospetta l’ipotesi di una seconda ondata di Coronavirus superata l’estate: “Potrebbe davvero accadere, ma sarebbe tutta un’altra cosa grazie alla maggiore capacità di fare i test e alla possibilità di arrivare a un vaccino” ha spiegato il super esperto della task force della Casa Bianca. Immediata la replica di Trump che, oltre ad augurarsi che questo scenario non si verifichi, ha comunque tranquillizzato gli animi con un “siamo pronti”. Molti esperti però non la pensano allo stesso modo.