«Contiamo di far ritornare le 650 persone evacuate dal terremoto» dichiara Sante Stangoni ,sindaco di Acquasanta Terme, piccolo comune di Ascoli Piceno, colpito dal recente sisma. Il paese ha subito gravi danni dallo sciame sismico, ma non tutto è andato perduto. «Ad Acquasanta Terme ci sono ancora aeree e frazioni agibili. Non ho fatto l’evacuazione totale, abbiamo chiuso solo alcune frazioni poco popolate». Tra le più colpite la frazione di Tallacano con 632 sfollati.
Le forti scosse hanno messo in ginocchio il paese. Acquasanta Terme è famoso per le sue acque termali e per l’estrazione del travertino, entrambe opera del carsismo che caratterizza la zona. «L’economia è a pezzi» spiega Stangoni «possiamo ripartire, ma ci servono i container per invogliare le persone a tornare. Abbiamo alcune attività rimaste intatte, ma senza la comunità non si lavora. Occorre ricreare l’impianto economico».
«Non possiamo aspettare mesi e mesi per verificare le strutture» dichiara Stangoni. Una voce che si unisce al coro dei sindaci delle zone marchigiane distrutte. Il problema sarebbe la troppa burocrazia, che comprende l’uso delle schede Aedes per rilevare i danni sismici. «Le schede Aedes andavano bene prima, ora sono inutilizzabili. Servono strumenti speditivi e persone esperte in grado di conoscere l’inagibilità di un edificio».
«Per il sopralluogo, l’individuazione del problema e l’intervento devono passare tre giorni. Se passa più tempo è inutile. Il governo deve muoversi per accelerare le procedure. Occorre andare in deroga per i giusti controlli» conclude Stangoni «mi auguro tempi veloci per la ricostruzione, ma credo che non sarà facile».
Ascolta Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta Terme