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HomePolitica Stadio della Roma: stop dalla Soprintendenza. E oggi arriva Grillo

Stadio della Roma: stop
dalla Soprintendenza
E oggi arriva Grillo

I proponenti preparano il ricorso al Tar

"Non capiamo perchè tutelare il degrado"

di Davide Di Bello20 Febbraio 2017
20 Febbraio 2017

Un rendering del progetto dello stadio dell'As Roma, in una immagine del 30 maggio 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

A due settimane dalla riapertura della conferenza dei servizi, prevista per il 3 marzo e che dovrebbe esprimere parere definitivo, lo stadio della Roma si trova di fronte un nuovo ostacolo.

Il vincolo che la Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggi di Roma vorrebbe apporre sull’Ippodromo, esempio di architettura del ‘900 da tutelare secondo la direttrice del dipartimento Margherita Eichberg, “costituisce un nuovo elemento che andrà a incidere sulla valutazione”, come dichiarato dalla sindaca Virginia Raggi e rinvigorisce la fronda dei consiglieri comunali (una decina su 29 eletti) contrari al progetto che vorrebbe la revoca della delibera arrivata sotto la giunta marino per quella che considera solo una gigantesca speculazione immobiliare.

L’ultimo affondo sul progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle ha indispettito di molto i proponenti, il proprietario dell’As Roma James Pallotta e il costruttore Luca Parnasi, che in un comunicato congiunto hanno definito particolarmente singolare la tempistica del parere della soprintendenza, tanto da farla apparire ostile, rincarato ieri dalle dichiarazioni del dg della Roma Mauro Baldissoni nel pre-partita contro il Torino: “Sullo stadio sono state dette tante sciocchezze da parte di persone che non hanno neanche visto il progetto, che difenderemo fino in fondo. Molti tifosi mi hanno chiesto come mai un impianto pieno di amianto, in un luogo degradato meriti improvvisamente una tale protezione da impedire un investimento di due miliardi di euro”.

Il progetto andrebbe infatti a riqualificare un’area degradata, se ce n’è una, e la trattativa su un taglio delle cubature del 20% sembrava ben avviata e destinata a concludersi con esito positivo. “Esprimiamo criticità dal 2014, non ci siamo svegliati ora” si difende la direttrice, anche se nei documenti era espressamente prevista la demolizione dell’Ippodromo che, secondo quanto dichiarato dalla Eichberg al quotidiano Il Tempo “era descritta in maniera molto sommaria per cui non ci siamo accorti di quello che si trattava. Sono i comitati tecnici che il 23 gennaio ci hanno confermato l’opportunità di apporre il vincolo”.

Intanto oggi in soccorso della sindaca Raggi arriva Grillo, per compattare il M5S dopo le accesissime riunioni di maggioranza delle settimane scorse, in vista del nuovo incontro che si terrà martedì o mercoledì tra il Comune e i proponenti. Il leader pentastellato si era detto favorevole al progetto, arrivando a zittire la deputata romana Lombardi che aveva criticato il progetto e con lei l’ala ortodossa e la base degli attivisti 5 stelle che si era mobilitata sui social contro il progetto.

L’avvio dell’iter per apporre il vincolo sull’Ippodromo, lo stesso che vige anche sullo Stadio Flaminio, abbandonato da tempo all’incuria, avrebbe sorpreso anche il ministro della cultura Franceschini. Fonti del Campidoglio dicono che il Comune non potrebbe far nulla di fronte a un vincolo, che comunque non costituisce la pietra tombale sul progetto. Nonstante lo stop arrivato dalla Soprintendenza per il Comune di Roma del Mibact, un parziale spiraglio per i fautori dello stadio sembra venire invece da fonti vicine alla conferenza dei servizi secondo cui, ricordando la legge Madia sugli stadi, il prossimo 3 marzo in sede di conferenza dei servizi sarà lo Stato a esprimersi con un parere unico che terrà conto di tutte le sue articolazioni.

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