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Stabilità al buio. Approvata la manovra per nuovi tagli, meno potere alle Regioni

di Domenico Cavazzino10 Ottobre 2012
10 Ottobre 2012

Il Consiglio dei Ministri, riunito fino a tarda notte, ha approvato la legge di stabilità. Molte le decisioni prese che, per la maggior parte, seguono la strada del rigore intrapresa dal Governo Monti dal suo insediamento. Una serie di tagli che dovrebbe portare a un risparmio di quasi 12 miliardi di euro. Si parte dalle amministrazioni pubbliche: per risparmiare stop alle assunzioni fino al 2014 e, soprattutto, luci spente (come previsto dal decreto) per risparmiare energia. Viene da chiedersi se, per dare l’esempio, anche il Governo non abbia approvato la manovra a lume di candela.
Ed è solo l’inizio, così ecco in fase di preparazione una nuova riforma del Titolo V della Costituzione, quello riguardante le Regioni. L’obiettivo è di riportare alcuni settori sotto il controllo dello Stato come l’energia e i trasporti pubblici. Una decisione che ha provocato le proteste veementi della Lega Nord che l’ha definita un attacco al federalismo. Brutte notizie anche perla Chiesache, a partire dal 2013, sarà costretta a pagare l’Imu sugli immobili che ospitano attività commerciali.
Ma a far discutere di più sono le decisioni per il settore sanitario con un taglio alle spese per l’acquisto di beni, servizi e attrezzature mediche. Una scelta che non ha convinto appieno lo stesso ministro della salute, Renato Balduzzi, anche se l’intervento finale si è rivelato «molto inferiore rispetto a quello paventato»; il ministro ha però ricordato come la sanità italiana dia comunque «risultati ottimi pur con la spesa più bassa a livello europeo».
Reazioni meno contenute arrivano da sindacati e Lega Nord.  Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha annunciato che in mancanza di «risposte su reddito e lavoro nella legge di stabilità, andremo avanti con la mobilitazione fino allo sciopero generale»; perla Legaha parlato Roberto Maroni che sulle Regioni ha dichiarato: «Ridurre i poteri delle Regioni è una posizione centralista. Solo il fascismo aveva questa opinione delle Regioni e dei Comuni».
Reazioni anche dal Pd con Pierluigi Bersani che ha espresso preoccupazione per le manovre sulla sanità.

Domenico Cavazzino

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