L’altra faccia dello sport, quella del calcioscommesse e del doping che nelle ultime settimane è tornata, mietendo altre vittime. C’è del marcio nello sport. Prima gli atleti sono nella gloria totale e poi dopo un attimo sono nella polvere. E’ successo a Tom Simpson, a Pantani, ultimamente ad Armstrong. Ciclisti che avevano vinto l’impossibile e poi per doping si sono trovati a dover affrontare prima il ritiro dei loro titoli e poi processi. Dal ciclismo all’atletica. L’anno scorso scoppiò il caso Schwazer che dovette affrontare in una conferenza stampa la gogna mediatica. Poi ultimamente i casi dello statunitense Tyson Gay e del giamaicano Asafa Powell. Il calcio, poi, oltre al doping è stato un cantiere ricco di guadagni, un cocktail perfetto per fare soldi attraverso le scommesse.
I casi di doping. La confessione di Lance Armstrong del 17 gennaio, in cui ammette di essersi dopato per vincere i sette Tour de France, riapre vecchie ferite. Il ciclismo è ancora una volta colpito dal doping. Il cocktail di Epo, trasfusioni e testosterone ha decretato la fine del mito Armstrong. Con la storia del campione texano molti pensavano che si fosse toccato il fondo e invece il doping colpisce anche l’atletica. La vita di Alex Schwazer, marciatore trentino, viene distrutta in un lampo, dopo che ammette di essersi dopato prima dell’Olimpiade di Londra. La sua partenza per l’Inghilterra viene bloccata e il CONI lo sospende e successivamente al processo si decise per 3 anni di sospensione dalle corse. Dopo la storia del marciatore trentino, che ha portato all’accusa di alcuni capi della Fidal, sono fresche le notizie della positività di Tyson Gay e Asafa Powell. Quest’ultima vicenda ha portato all’arresto di uno degli allenatori di Asafa Powell perché sospettato di avergli fornito un integratore al cui interno era contenuta la sostanza proibita trovata nelle analisi dello sprinter giamaicano. Oltre a Powell e a Tyson sono stati indagati altri tre atleti giamaicani che hanno preso parte alla corsa di Kingston la settimana scorsa.
Una dura realtà. Chiuso il capitolo del doping, lo sport italiano vive anche la brutta pagina del calcioscommesse. Dopo quella del 2006, l’anno scorso c’è stata l’operazione last bet, “ultima scommessa”, che ha portato agli arresti ex giocatori come Signori e Christian Doni. Il fulcro dell’illecito è partito da Singapore, dove sembra che si siano formate organizzazioni che scommettevano forti somme di denaro, ogni nove secondi, sullo stesso evento. Un’inchiesta, partita dalla confessione dell’ex portiere della Cremonese Paoloni, che è passata poi per l’accusa ad Antonio Conte fino alla squalifica di 3 anni e 7 mesi al portiere del Torino Francois Gillet.
Infine nel calcio negli ultimi dieci anni c’è stato anche un caso di doping che già dal 2008 haportato il medico spagnolo Eutemiano Fuentes a un processo a Madrid con l’accusa di essere parte di una vasta rete di doping internazionale, poi smantellata nel 2006 dalla Guarda Civil. Tra i clienti del medico c’erano non solo ciclisti ma anche calciatori di alto livello.
Marco Stiletti