Pugno duro della Spagna nei confronti degli indipendentisti catalani. La magistratura spagnola ha infatti emesso il mandato d’arresto europeo per il deposto presidente catalano Carles Puigdemont. A rivelarlo alla tv belga Vrt Paul Bekaert è stato il suo legale Paul Bekaert, che ha dichiarato: “Sono stato informato dal mio cliente che il mandato è stato emesso contro il presidente e altri quattro ministri che si trovano in Belgio, questo significa che la giustizia spagnola ora manderà una richiesta di estradizione ai procuratori federali a Bruxelles”.
La risposta di Puigdemont arriva via Twitter, dove l’ex presidente ha scritto che con il mandato di incarcerare lui e i suoi ministri, per essere stati fedeli al mandato approvato dal parlamento catalano, sono stati violati i diritti di tutti i catalani. Intanto, mentre veniva notificato a Puigdemont il mandato d’arresto, decine di migliaia di persone scendevano in piazza al grido di “Llibertat” e di “Non è giustizia, è dittatura!” per denunciare l’incarcerazione dei ministri del Govern.
Ora il Governo spagnolo chiederà ai procuratori federali di Bruxelles la richiesta di estradizione per Puigdemont e i quattro ministri che con lui sono scappati in Belgio il 30 ottobre scorso. Ma purché avvenga il loro rimpatrio bisogna che il diritto belga riconosca il reato di cui è accusato l’imputato.
Intanto il numero due del Govern, Oriol Junqueras, ha passato la prima notte nel carcere di Estremera, nei pressi di Madrid. Con lui anche i ministri degli Esteri Raul Romeva, degli Interni Joaquim Forn, della Giustizia Carles Mondò e le ministre Meritxell Borras e Dolors Bassa.
Pesanti i capi d’imputazione. Gli ex ministri sono accusati, infatti, di ribellione, sedizione e malversazione e rischiano fino a 30 anni di carcere. La stessa giudice giustifica il provvedimento con un “rischio fuga” degli imputati, oltre alla possibilità di distruzione di prove e reiterazione del reato.