BARCELLONA – La Dana colpisce anche Barcellona. Il 4 novembre in quattro ore sono state registrate le precipitazioni di tre mesi. In tilt la rete dei trasporti, con l’aeroporto allagato e la linea ferroviaria bloccata per tutto il pomeriggio. Al momento non risultano vittime. Nel frattempo, molti degli allarmi lanciati stanno rientrando.
Continua invece a salire il bilancio delle vittime del disastro di Valencia. I morti sono 222: ieri sono stati ritrovati altri cinque corpi mentre proseguono le ricerche per cinque dispersi a Las Ramblas a Letur (Albacete). Oltre 50 strade sono ancora bloccate e c’è un allarme tetano tra i liquami accumulati.
Il Congresso dei Deputati (camera bassa del Parlamento spagnolo) ha stanziato 30 milioni di euro a sostegno delle zone colpite. Nel frattempo si indaga ancora su quanto accaduto nella Comunitat Valenciana (lo stato federale di Valencia) la settimana scorsa. El Mundo ha provato a ricostruire le comunicazioni tra la Generalitat e la Confederazione di Júcar (Valencia). L’allerta arrivata alla popolazione nel pomeriggio di martedì scorso è stata tardiva. Le email suggeriscono che sia stata data più importanza all’esondazione del fiume Magro che a quella letale del Poyo.
Tensione anche all’interno del Pp (Partito popolare) spagnolo, principale partito di opposizione al primo ministro Pedro Sánchez: il suo capo, Alberto Núñez Feijóo, chiede infatti le dimissioni del presidente della Generalitat Valenciana, Carlos Mazón, che è un membro dello stesso partito.
