ROMA – L’accordo sulla riforma dei campionati di calcio italiani, soprattutto per la Seria A, sembra tutt’altro che raggiungibile nel breve termine. La riunione della Figc di lunedì 8 gennaio a Milano, si è conclusa con una “chiacchierata informale” sull’argomento, come puntualizza la Gazzetta dello Sport, e che sarà di nuovo sul tavolo dell’assemblea del 26 gennaio. Ma non basta.
È il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina a premere il piede sull’acceleratore, fissando un’assemblea straordinaria per l’11 marzo. In quell’occasione, se non si dovesse raggiungere un accordo, sarà tolto l’obbligo di intesa che consente attualmente alle singole componenti di bloccare la riforma. Nel frattempo i tavoli tecnici sono a lavoro per trovare una soluzione, anche se la strada sembra essere in salita. Sono due punti inconciliabili, infatti, quelli che vedono schierarsi i top club da un lato, favorevoli a ridurre il numero delle formazioni del torneo da 20 a 18, e le squadre medio-piccole dall’altro, che sostengono di voler mantenere l’attuale format. Il presidente Gravina, di contro, ha chiarito la necessità di riformare il calcio italiano e la Seria A, in quanto “locomotiva del sistema”.
Il massimo campionato di calcio nostrano sarà protagonista di entrambi gli appuntamenti del 26 gennaio, prima, e 11 marzo, poi, senza però lasciare in disparte le riforme che riguardano le leghe minori. La Serie B richiede di ridurre il numero di retrocessioni da quattro a tre, considerando penalizzante il turn over annuale di sette squadre. Una proposta che deve fare i conti con la volontà della Serie C di ridurre il numero dei club, considerati troppi. Un discorso, in verità, delicato e complesso che potrebbe non ridursi solamente a una strategia di riduzione delle squadre.