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Sos edicole, dal 2005 chiusi 12 mila punti vendita. Il sindacato: “Siamo a forte rischio”

di Alessandra D'Acunto30 Ottobre 2013
30 Ottobre 2013

Dodicimila punti vendita di giornali e riviste, tra edicole e negozi, sono spariti in meno di dieci anni. E’ il dato preoccupante diffuso dall’associazione di categoria dei giornalai, la Fenagi Confesercenti, in un rapporto che fotografa le ripercussioni della crisi dell’editoria su quello che il presidente della federazione Giovanni Lorenzetti ha definito “un servizio di vicinato essenziale”.

E a infierire su un quadro poco roseo come questo grava anche il probabile aumento dell’Iva dal 4 al 22% per i prodotti editoriali, che si tradurrebbe in un’ulteriore contrazione degli acquisti. Se, dati della Fenagi alla mano, nel 2012 i quotidiani hanno registrato ricavi di vendita inferiori del 6,6% rispetto all’anno precedente e i periodici del 9,5%, per il 2013 le stime prevedono un calo rispettivamente di altri 420 e 620 milioni, in quello che è il sesto anno consecutivo di riduzione dei consumi. Dai 42 mila punti vendita sparsi sul territorio nel 2005 ai 30 mila di oggi: “Se l’aumento Iva si dovesse tradurre in realtà, la rete di vendita sparirà prima della carta stampata” ha detto laconicamente Lorenzetti, che ha manifestato preoccupazione non solo per le edicole e chi vi lavora, ma per lo stesso “pluralismo dell’informazione garantito da giornali e riviste” non eguagliabile ai complementari pregi offerti dal web. Di quei 42 mila rivenditori, il 71% era costituito da edicole e negozi promiscui ascrivibili alla rete tradizionale: è stato soprattutto il loro peso, oggi al 55%, a ridimensionarsi mentre la piccolissima crescita (1300 unità) dei punti vendita della “nuova rete”, come bar, supermercati e distributori carburanti, non controbilancia quello che è un vero e proprio crollo. Secondo il segretario della Federazione dei giornalisti, Franco Siddi, “è tutto il sistema informativo del nostro Paese che va ripensato” e con lui concorda il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Giovanni Legnini, che assicura: “Il governo ha previsto le prime misure oggetto di intesa con la categoria, saranno adottate in tempi brevi”.

Alessandra D’Acunto

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