Si è svolta dal 13 al 18 Novembre a Ostenda, Belgio, la tredicesima Conferenza Europea sul Meteo Spaziale. Si tratta dell’appuntamento annuale più importante a livello internazionale sul tema. Più di 400 esperti del tema si sono qui radunati per discutere l’osservazione dell’attività solare.
Oggi il Presidente del Comitato Scientifico della Conferenza, Mauro Messerotti, ha rilasciato un’intervista all’ANSA in proposito. Ha spiegato che durante l’incontro si è prospettata la necessità di un nuovo coordinamento mondiale per tenere d’occhio con maggiore costanza il Sole. Questo allo scopo di prevenire con maggiore efficacia le tempeste geomagnetiche. Fenomeni atmosferici capaci di mettere fuori uso telecomunicazioni e reti elettriche, quindi anche satelliti e radio.
Messerotti ha spiegato che attualmente i sistemi di previsione non sono sufficientemente efficienti. In particolare è difficile prevedere con esattezza quando possano avvenire le eruzioni solari, capaci di scagliare verso la Terra nubi di particelle. “Attualmente i sistemi di previsione hanno un’attendibilità media di poco superiore al 60%”, ha detto nell’intervista. “Futuri sviluppi consentiranno di aumentarla, ma ci vorranno ancora molti anni per arrivare a stimare con precisione intensità e durata delle tempeste geomagnetiche associate”.
Il problema principale per il quale siamo ancora in ritardo su questo punto è ci sono state finora poche missioni specifiche per la previsione del meteo spaziale. A detta di Messerotti, “quelle che osservano il Sole o lo spazio intorno alla Terra lo fanno a scopi di ricerca e inviano i dati in modo non tempestivo”.
Nemmeno le ultime importanti missioni sono state designate a questo scopo. “Tuttavia possono fornire dati importanti anche per questo scopo, come l’osservatorio solare Solar Orbiter, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa)”, spiega ancora lo scienziato.
E’ allo studio l’utilizzo di flotte di piccoli satelliti in grado di dare tempestivamente l’allerta in caso di tempeste magnetiche.