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HomeCronaca Sofia uccisa dalla malaria, aperta un’inchiesta a Trento Intervista a Melania Rizzoli

Sofia uccisa dalla malaria
aperta un'inchiesta a Trento
Intervista a Melania Rizzoli

"Esclusivamente un errore medico"

sostiene il vicepresidente dell'Ail

di Giulia Turco06 Settembre 2017
06 Settembre 2017

È stata aperta contro ignoti l’inchiesta della Procura di Trento per indagare sulla vicenda che ha portato alla morte della piccola Sofia Zago, 4 anni, che si è spenta nell’ospedale di Brescia in seguito ad un ricovero a Trento, per aver contratto la malaria celebrale. Un caso dall’eccezionalità indiscutibile, su cui ora però bisognerà far luce per capire come Sofia, senza aver fatto mai visita in un paese a rischio, abbia potuto contrarre il virus che le è costato la vita.

A Melania Rizzoli, politica e medico chirurgo, la vicenda è particolarmente cara. Dal 2008 al 2013 ha fatto parte della Commissione Affari Sociali e nel marzo 2013 della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario.

Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento, ha dichiarato che il parassita che ha causato la malaria alla bimba è lo stesso che aveva fatto ammalare i due bambini di ritorno dal Burkina Faso che erano in pediatria negli stessi giorni. Resta dunque da capire se ci sia un nesso tra le due cose…

“Quella del contagio con i due bambini africani è l’unica vera ipotesi che possiamo prendere in considerazione. Sono fermamente convinta che Sofia abbiamo contratto il virus durante il ricovero all’Ospedale di Trento. Quello che probabilmente è successo è elementare: i pazienti hanno portato con sé nel sangue un parassita, il Plasmodio, e all’interno della struttura sono stati punti da una zanzara nostrana che lo ha attivato e che ha successivamente punto Sofia. E in questo lasso di tempo il parassita era ancora vivo. Tutte le altre ipotesi avanzate non sono altro che versioni improbabili, credenze popolari per non diffondere il panico. Una zanzara non può esse stata trasportata accidentalmente in un volo dall’Africa al nostro Paese, le temperature sono troppo basse per la sua sopravvivenza.”

Pensa che si sarebbe potuti intervenire in tempo?

“Assolutamente, se il virus fosse stato diagnosticato in tempo e se si fosse intervenuti avviando procedure di profilassi per i bambini del Burkina Faso, al fine di evitare contagi. Nei casi di malattie tropicali l’Ospedale inoltre, ha il dovere di fare una verifica sanitaria e di procedere ad una disinfestazione. Che in questo caso non è avvenuta. L’errore dunque, è esclusivamente medico e va individuato nel ritardo diagnostico.

In Africa ho visto personalmente casi di malaria celebrale (o meningite malarica), sempre guariti. Difficilmente però nel caso di una bambina di quattro anni, a cui per altro era stato diagnosticato il diabete, il che l’ha resa più fragile, si riesce a risolvere se la terapia non viene avviata subito.”

Dottoressa, anche le zanzare del nostro Paese dunque, possono essere un pericolo?

“Tra luglio e agosto abbiamo assistito a temperature quasi tropicali, che hanno favorito la sopravvivenza di numerosi di questi insetti. Nello specifico la zanzara anofele è una specie in grado di adattarsi e trasportare il virus. Si tratta certamente di un caso eccezionale, ma non si tratta di una fatalità. Quando la bimba è arrivata in ospedale con febbre a 40 nessun medico ha pensato alla probabile malaria. Per arrivare alla forma celebrale significa che ha avuto tutto il tempo di svilupparsi e invadere l’intero corpo dalla milza, il fegato e fino al cervello. Ora occorre il coraggio di ammettere i propri errori.”

Cosa ne pensa di un eventuale vaccino contro la malaria?

“Bill Gates ha impiegato oltre 450 milioni di dollari per lo studio sul vaccino contro la malaria e un suo prototipo viene già somministrato alle popolazioni più a rischio dell’Africa centrale. Chiunque si recasse in un Paese a rischio malarico dovrebbe sottoporsi ad un eventuale vaccino.”

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