La Snam, Società Nazionale Metanodotti, ha rivisto il piano industriale fino al 2021 prevedendo investimenti complessivi da 5 miliardi di euro, di cui 4,7 in Italia. Lo ha annunciato oggi a Londra l’amministratore delegato della società Marco Alverà. È il primo piano strategico presentato dopo lo scorporo delle attività di distribuzione (Italgas), avvenuto a fine giugno.
Sono previsti 270 milioni d’investimenti per il Tap, il gasdotto ‘trans-adriatico’ che convoglia in Puglia il gas proveniente dal Mar Caspio. Inoltre la società vorrebbe avviare nuovi servizi che genereranno ricavi aggiuntivi per 150 milioni. Tra questi c’è lo Snam Global Solutions, con l’obiettivo di vendere pacchetti “chiavi in mano”, cioè servizi regolati per il mercato italiano e dedicati agli operatori del gas. La Snam punta anche a ridurre i costi di oltre 25 milioni e di aumentare la Rab (valore del capitale investito netto) dell’1% e l’utile del 4% medio annuo.
Altra scommessa che fa la Snam è quella sul gas per autotrazione. Nei mesi scorsi è stato siglato un protocollo d’intesa con Fca e Iveco (5 ottobre 2016) e Api (6 dicembre 2016), per incrementare con 300 nuove strutture la rete di stazioni di rifornimento italiane. E ora sulla stessa scia sta valutando le opportunità di crescita nelle infrastrutture per lo stoccaggio del gas naturale liquefatto (Gnl), nella metanizzazione della Sardegna e sull’utilizzo del metano compresso (Cng) negli autotrasporti.
«Il Gruppo è ben posizionato per garantire all’Europa rifornimenti di energia pulita, sicura e a costi competitivi – ha detto Marco Alverà -. Il mercato italiano beneficia dell’infrastruttura gas più estesa dell’intero continente e nei prossimi 5 anni investiremo per rendere il nostro sistema ancora più forte, più interconnesso e più sostenibile, contribuendo significativamente alla realizzazione dell’Energy Union e offrendo una soluzione efficace al processo di decarbonizzazione».
Nel 2016 il margine operativo lordo al netto dello scorporo di Italgas è sceso a 1,98 miliardi ed è salito dell’1,8% escludendo la revisione della remunerazione degli investimenti. Questi ultimi sono saliti del 3,1%. Anche l’indebitamento netto è calato da 13,77 a 11,05 miliardi di euro. Tutti segnali secondo l’amministratore delegato dell’efficacia della strategia di crescita del Gruppo. Nonostante queste premesse, il titolo oggi in borsa è negativo, al -0,36%.