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HomeCronaca Slitta l’apertura di bar, parrucchieri e ristoranti: “Pronti a proteste online”

Slitta l'apertura di bar
parrucchieri e ristoranti
"Pronti a proteste online"

Il presidente della Confesercenti

"Riaprire subito. Siamo in ritardo"

di Alessandro Rosi28 Aprile 2020
28 Aprile 2020

Restaurant closed during the Coronavirus emergency lockdown early morning in Rome, Italy, 12 March 2020. For days, to counter the spread of Coronavirus, locals have been obliged to close at 6 p.m. In an attempt to stop the spreading of the novel coronavirus Covid-19, Italian Prime Minister Conte announced on 09 March the extending of coronavirus quarantine measures to the entire country starting on 10 March until 03 April. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti dovranno attendere l’inizio di giugno per poter riaprire. Ma per i commercianti è troppo tardi. Due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova, ieri, si sono incatenati in segno di protesta contro le misure anti-contagio. E il dissenso potrebbe propagarsi.

Secondo il quotidiano Il Tempo, i commercianti di Roma si starebbero organizzando per una protesta spontanea in piazza. Ma Valter Giammaria, presidente della Confesercenti, smentisce: “Per una manifestazione ci vuole l’autorizzazione della Questura. Non è possibile in questo momento”. Però i titolari dei negozi stanno pensando ad altre forme di protesta per mostrare il loro scontento. “Si potrebbero organizzare delle proteste online”, prosegue Giammaria, “ad esempio, tutti inviano delle mail nella casella postale del governo con la richiesta di apertura. Stiamo valutando”. L’obiettivo è quello di ottenere la riapertura subito: “Siamo in ritardo rispetto alle altre Nazioni”, commenta Giammaria, “si parlava prima di riaprire il 4, poi l’11 e ora il 18. Noi vogliamo aprire ora e siamo attrezzati per farlo”.

Per la Fipe, che rappresenta baristi e ristoratori, la misura è colma. “I nostri dipendenti stanno ancora spettando la cassa integrazione, il decreto liquidità stenta a decollare”, si legge nel comunicato. “Riaprire a giugno significa che ci saranno altri 9 miliardi di danni, che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi. Forse non è chiaro che si sta condannando il settore della ristorazione e dell’intrattenimento alla chiusura. Moriranno oltre 50 mila imprese e 350 mila persone perderanno il loro posto di lavoro”.

Anche Confcommercio attacca il governo. “Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro”. È categorico il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’indomani delle disposizioni annunciate dal Presidente del Consiglio per la fase 2, che rinvia la riapertura di esercizi commerciali e attività.

Ora bisognerà vedere come il governo reagirà allo scontento dei commercianti.

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