ISTANBUL- Sale a più di 17mila il numero di vittime coinvolte nel terremoto che lunedì 6 febbraio ha colpito il sud della Turchia e la Siria. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale, il numero dei morti ha superato quota 17.100, di cui 3.126 solo in Siria. Mentre continua il lavoro dei soccorritori nel freddo glaciale dell’Anatolia, dove si scava ancora nella speranza di trovare superstiti. Intanto il primo convoglio umanitario starebbe raggiungendo le aree controllate dai ribelli in Siria. Ma l’Onu avverte: “gli aiuti di emergenza in Siria non devono essere politicizzati”.
In arrivo gli aiuti
Previsto per oggi il primo arrivo del convoglio delle Nazioni Unite con aiuti umanitari per le zone in mano all’opposizione siriana, dopo l’apertura l’8 febbraio di tre valichi di frontiera tra Turchia e Siria. Stando a quanto dichiarato da un funzionario del valico di Bab al-Hawa, il primo convoglio di aiuti per il terremoto starebbe raggiungendo le aree occupate dai ribelli. Ma, alla luce del passaggio, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha avvertito: “Gli aiuti di emergenza in Siria non devono essere politicizzati”.
La gestione dell’emergenza
Intanto, continuano le proteste e le critiche sulla gestione dell’emergenza da parte del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Tanti i ritardi accumulati nel raggiungere alcune delle aree inizialmente colpite dal cataclisma, come aeroporti e strade, ammessi dallo stesso capo di Stato Turco. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”, ha detto Erdogan, ora in visita a Gaziantep, città del sudest della Turchia a qualche decina di chilometri dell’epicentro del sisma. Anche il commissario Ue per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, è arrivato a Gaziantep.
Dopo le critiche, il ripristino di Twitter
Nel frattempo, arriva il ripristino dell’accesso a Twitter dopo circa 16 ore di fermo. Tra il pomeriggio di mercoledì e le prime ore di giovedì, mentre si moltiplicavano le critiche alla risposta lenta e disorganizzata all’emergenza sismica, il governo turco ha bloccato temporaneamente l’accesso a Twitter proprio per oscurare le contestazioni sulla propria gestione. Tuttavia, rende noto Netblocks, dopo una trattativa tra le autorità di Ankara e la dirigenza della piattaforma, l’accesso a Twitter sarebbe ora stato sbloccato.