DAMASCO – “Vogliamo essere ponte tra la nuova Siria e l’Ue”: Così si è espresso in conferenza stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo l’incontro con il leader siriano de facto Ahmed al-Sharaa, conosciuto come Abu Mohammed Al-Jolani. Il vice presidente del Consiglio, infatti, è in missione a Damasco per il primo incontro con i nuovi vertici siriani dopo la caduta del regime di Bashar Al-Assad.
Tajani ha sottolineato che l’Italia “è pronta a fare la sua parte per favorire il processo di riforme: abbiamo l’ambasciatore qui e vogliamo essere vicino al popolo siriano e sostenerlo in tutti i settori. Vogliamo rilanciare la cooperazione economica”. Il titolare del dicastero per gli affari internazionali ha aggiunto che con Al-Jolani ci si è “soffermati anche sulla possibilità di combattere i trafficanti di essere umani che sono anche i trafficanti di droga”.
Come fa sapere la Farnesina in una nota, questa mattina il ministro ha incontrato anche il suo omologo Hassan Al-Shibani (che ha annunciato un suo prossimo viaggio nei paesi europei), oltre che esponenti delle comunità cristiane in Siria, della società civile e delle Ong, insieme ad una rappresentanza dei connazionali presenti nel Paese. Gli incontri hanno consentito a Tajani di confermare l’impegno dell’Italia nel sostenere il processo di transizione dopo gli anni della guerra civile e particolare attenzione è stata dedicata al tema di come favorire un processo politico inclusivo, che garantisca le libertà fondamentali e riconosca e valorizzi il ruolo dei cristiani come cittadini con pienezza di diritti.
Un’azione che si accompagna a un forte impegno diplomatico con l’organizzazione, giovedì 9 gennaio, di una riunione a Roma con i ministri del Quintetto (Italia, Usa, Regno Unito, Francia e Germania) e i continui colloqui con i partner regionali, l’ultimo quello con i ministri di Arabia Saudita e Turchia. Tajani ha quindi annunciato nuovi interventi di cooperazione allo sviluppo, ricordando che l’Italia dal 2019 ha previsto uno stanziamento medio anno di oltre 40 milioni di euro e ha indicato la volontà di rafforzare il coordinamento con i partner internazionali (in particolare l’Onu) anche sul fronte dei rifugiati, per favorirne un rientro in Siria su base volontaria e in maniera sicura.
Di rientro da Damasco, il ministro farà tappa a Beirut anche per congratularsi con il neopresidente libanese, Joseph Aoun, eletto ieri colmando un vuoto politico durato anni.