HomeEsteri Siria, stop dell’Unione Europea all’embargo sulle armi ai ribelli siriani. Ora i singoli Paesi decideranno autonomamente

Siria, stop dell’Unione Europea all’embargo sulle armi ai ribelli siriani. Ora i singoli Paesi decideranno autonomamente

di alessia.argentieri28 Maggio 2013
28 Maggio 2013

L’Unione Europea ha deciso di non rinnovare l’embargo sulle armi ai ribelli che combattono il regime di Assad in Siria. Si tratta di un compromesso, più che di una decisione risolutiva, a cui i ministri degli Esteri europei riuniti a Bruxelles sono giunti dopo ben 12 ore di faticoso negoziato. Nell’impossibilità di prendere una decisione univoca sul rinnovo delle sanzioni che scadranno a fine mese, a mezzanotte i ministri hanno annunciato che dal primo giugno ogni Paese deciderà autonomamente cosa fare, se continuare con l’embargo o se iniziare a supportare in maniera più attiva e concreta i ribelli anti-Assad. L’accordo raggiunto prevede tuttavia che non ci sia alcun invio di armi fino ad agosto, nel tentativo di prendere tempo in attesa della conferenza di pace promossa da Stati Uniti e Russia che si terrà a Ginevra. Si viene a creare così una situazione di stallo che per molti potrebbe acuire l’incapacità dell’Europa di trovare una soluzione soddisfacente alla questione siriana.

Nel corso della riunione di Bruxelles l’Ue è arrivata a formulare un accordo chiaro solo in merito al rinnovo di alcune sanzioni già in vigore nei confronti del regime di Damasco, come quella sul congelamento dei beni di Assad e sulle restrizioni da imporre negli accordi commerciali per il petrolio e nelle transazioni finanziarie.
Sull’embargo delle armi ai ribelli invece i negoziati tra i ministri degli Esteri sono stati molto più complicati e infruttuosi. I britannici, sostenuti dai francesi, hanno invocato una decisione immediata che ponesse fine all’embargo, da applicarsi automaticamente qualora la possibile conferenza di pace a Ginevra dovesse fallire, mentre gli altri erano favorevoli solo a un allentamento del regime sanzionatorio.
Alla fine dell’incontro il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino ha commentato: “Il problema non è tanto l’embargo, ma piuttosto arrivare a un negoziato con una posizione europea univoca. Bisogna evitare che fra le vittime della guerra siriana ci sia anche l’Ue”.

Intanto non arrivano segnali positivi dalla riunione della Coalizione nazionale siriana, la principale componente dell’opposizione al regime di Damasco, che si sta tenendo a Instanbul e che sarebbe dovuta servire per preparare una strategia diplomatica in vista della conferenza di pace di Ginevra.
I ribelli siriani si sono dichiarati insoddisfatti di quanto deciso dall’Ue e hanno definito la revoca dell’embargo sulle armi “una mossa tardiva e insufficiente”. Il portavoce dell’Esercito siriano libero, Kassem Saadeddine, ha affermato in un comunicato: “Si sarebbe voluto che una decisione simile venisse presa prima. Ora si spera che sia una cosa concreta e non siano soltanto parole”.

A Parigi, nel frattempo, si sono incontrati il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov per iniziare a gettare le basi in vista della conferenza di Ginevra .
“Una sfida non da poco”, l’ha definita Lavrov, mentre Kerry ha parlato di sintonia fra Washington e Mosca sull’obiettivo di un “governo di transizione a Damasco fondato sul reciproco consenso”.
E mentre la diplomazia internazionale continua ad aggirare il problema, limitandosi, almeno per ora, a vacui discorsi, una soluzione concreta della questione siriana diventa ogni giorno più urgente e improrogabile. In Siria infatti gli scontri si fanno sempre più violenti mentre la lotta armata contagia in maniera epidemica gli Stati confinanti, come il Libano, dove tre soldati sono stati uccisi nella notte ad Arsal, vicino la frontiera siriana.

Alessia Argentieri

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