Le forze armate russe e quelle del governo siriano hanno ripreso questa mattina un’intensa offensiva contro la regione nord-occidentale di Idlib, dove ieri si erano scontrate forze di Damasco e turche nel più grave incidente degli ultimi anni. Le truppe lealiste siriane, secondo fonti locali sul terreno, sarebbero impegnate nell’avanzata sul fronte di Saraqeb, cittadina chiave all’incrocio tra l’autostrada Latakia-Aleppo e quella Hama-Aleppo. Le forze di Ankara hanno inviato rinforzi militari a Saraqeb e le milizie locali cooptate dalla Turchia affermano stamani di aver respinto degli attacchi dei soldati di Damasco.
‘Onu, tramite il portavoce dell’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari, riferisce che l’offensiva del regime di Bashar al Assad, sostenuto dall’alleato russo, contro jihadisti e ribelli nel nordovest della Siria ha causato mezzo milione di sfollati solo negli ultimi due mesi: “Dal 1° dicembre, circa 520 mila persone sono sfollate. Circa l’80% sono donne e bambini”, ha detto David Swanson, delle Nazioni Unite. Da quando l’offensiva di Mosca e Damasco è aumentata di intensità nelle ultime tre settimane, circa 200mila persone hanno dovuto abbandonare le loro case o i campi profughi dove si erano rifugiati.
Intanto la Turchia si scaglia contro Mosca: “Non tollereremo gli attacchi che ci prendono di mira a Idlib. Ciò che è necessario è stato e sarà fatto”. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo gli scontri di ieri che ha causato decine di morti. “Ci sforziamo con la Russia di fermare l’arroganza del regime di Assad. La Russia ha un ruolo importante da svolgere”. Ankara non trova soddisfacenti “i pretesti dei russi che affermano di non riuscire a controllare completamente il regime siriano”.