(In foto: la contraerea siriana intercetta missili israeliani)
Due combattenti della Jihad islamica sono stati uccisi a Damasco, durante un raid aereo a opera di Israele. È successo ieri sera, e ne dà notizia lo stesso gruppo militante. Gli attacchi sono avvenuti, oltre che sulla capitale siriana, anche sulla Striscia di Gaza, in risposta agli oltre venti razzi lanciati dal territorio palestinese sul sud di Israele nei giorni scorsi. Proprio ieri, i miliziani islamici ne avevano rivendicato la paternità: volevano vendicare la morte di un combattente, ucciso per mano israeliana, in un incidente di confine.
Insieme ai due jihadisti, ci sono anche quattro guerrieri filo-iraniani di identità “non precisata”, fra le vittime del raid. A riferirlo è l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Eppure, l’agenzia governativa locale, la Sana, questa mattina ha glissato sulla presenza di morti. La contraerea avrebbe risposto al bombardamento nemico, è quanto hanno scritto. E non c’era neanche menzione a danni materiali.
Secondo fonti locali, il raid israeliano ha preso di mira la zona di Kiswa, a sud di Damasco. Una parte, questa, già colpita in precedenza da attacchi attribuiti a Israele, diretti contro basi e depositi di armi dell’Iran e dei gruppi palestinesi e libanesi alleati della Repubblica islamica.
Al netto di ciò, la Jihad islamica, intanto, ha promesso vendetta: “Gli attacchi dei sionisti in Siria e la morte là di due dei nostri combattenti – ha affermato Abu Hamza, portavoce dell’ala militare dell’organizzazione – sono un episodio che non può essere ignorato. Il conto resta aperto”. Intanto, secondo la radio militare di Israele, Gerusalemme ha avvertito Hamas di impedire che la Jihad islamica compia nuove violenze. In caso contrario – ha spiegato la emittente – ci saranno altri raid come quello di ieri, e fra i luoghi fa colpire entreranno anche obiettivi militari dello stesso Hamas.