Continua l’avanzata dell’esercito governativo siriano, appoggiato dalla Russia e dall’Iran. Ma il prezzo da pagare è molto alto. Nelle ultime ore migliaia di civili fuggono dai bombardamenti degli aerei russi e siriani. Secondo fonti della tv panaraba Al Jazira, il bilancio provvisorio conteggia già 33 vittime. Le aree interessate sono a nord di Hama, nella regione di Idlib, che risultano fuori dal controllo di Damasco e in parte in mano all’Isis.
Ad essere più colpita è la regione orientale di Dayr az Zor, finita di recente nella morsa della coalizione governativa-russo-iraniana e dell’esercito curdo, a guida statunitense. Al momento sono 100mila i civili che scappano dalla zona. Il Consiglio della regione ha dichiarato che dall’inizio di ottobre gli sfollati in fuga sono 94mila. La zona è dilaniata dai bombardamenti: negli ultimi dieci giorni ci sono stati 440 raid russi e governativi e 95 della coalizione curdo-americana.
Sul versante occidentale non si ferma l’avanzata delle truppe turche. Consiglieri e alti ufficiali di Erdogan sono entrati nelle ultime ore nella regione nord-occidentale di Idlib. L’esercito è pronto a penetrare nel territorio siriano, dopo l’accordo di spartizione raggiunto tra Russia e Iran nell’ultimo incontro ad Astana, in Kazakistan. Secondo la tv panaraba Arabiya, i militari si sono stabiliti a Daret Izza, tra Idlib e Aleppo. L’esercito turco dovrebbe passare per Atmeh, valico frontaliero in direzione di Daret Izza.
E sempre le forze governative siriane hanno conquistato di recente località minori nella regione sud-orientale siriana al confine con la Giordania. L’offensiva governativa ha ripreso il controllo di ampie zone semi-desertiche a est della regione meridionale di Suwayda.