È fallito il tentativo di imporre una tregua sulla Ghouta orientale. La Russia, forte del suo potere di veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha bloccato ieri una risoluzione che prevedeva il cessate il fuoco per 30 giorni sulla zona. Anzi, come riportato da alcuni media, ha rilanciato con l’invio di nuove forze aeree. Così, continuano i bombardamenti da parte del regime di Bashar al Assad e dei suoi alleati nell’area a est di Damasco, attualmente in mano ai ribelli siriani. Da cinque anni la zona ospita circa 400mila civili, assediati.
La risoluzione prevedeva anche l’invio di aiuti umanitari: la popolazione, unica vera vittima dell’escalation di violenza dell’ultima settimana, continua a morire. Secondo il rapporto odierno dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, in sei giorni di offensiva aerea e di artiglieria sono rimasti uccisi 417 feriti. Tra essi, 96 minori e 61 donne. Una mattanza, i cui numeri sono tragicamente destinati a salire: molti degli oltre 2100 feriti versano in condizioni gravissime. A causa dei continui bombardamenti, infatti, i soccorsi faticano a raggiungere i civili coinvolti. E mentre si piangono le vittime, i cittadini e i volontari sono alla ricerca di superstiti tra i detriti dei palazzi smembrati dalle bombe.